Non potrà più strumentalizzare la sofferenza di Charlie. L'ira di Benedetta Frigerio
Connie Yates e Chris Gard hanno finalmente accettato l'idea che un inutile accanimento terapeutico sia a danno di loro figlio ed hanno acconsentito a permettere che possa spegnersi con dignità. Ora che l'integralismo cattolico si è visto togliere quel giocattolino con cui si divertivano in sciacallaggi quotidiani ed in proclami contro il riconoscimento di diritti civili ai minori, la loro rabbia è stata affidata alla penna di Benedetta Frigerio (la fondatrice delle Sentinelle in piedi che per prima portò la bufala "gender" in Italia) che dalle pagine de La Nuova Bussola Quotidiana scrive:
È un delitto perfetto, un capolavoro mastodontico del diavolo: Charlie Gard viene messo a morte con il consenso dei suoi genitori che ormai nell'immaginario mondiale sono due guerrieri pro life. Passerà così l'idea che, "se hanno mollato loro", è giusto ad un certo punto privare una persona dei sostegni vitali.
Se è opinabile che essere "pro-life" significhi prolungare l'agonia altrui con un accanimento terapeutico più volte condannato persino della Chiesa, il tirare il ballo Satana è quanto più tipico di qualunque integralista non abbia serie motivazioni a sostegno delle proprie tesi.
Lamentando poi che «Chris e Connie hanno ragionato esattamente come i medici contro cui fino a ieri si scagliavano» al posto di ragionare come lei nel vedere nell'agonia di un neonato una possibile fonte di guadagno personale (tanto il dolore lo pativa il piccolo, mica lei), l'integralista incalza:
Così Charlie, come Gesù, verrà ucciso dopo un processo estenuante. Ucciso dai suoi nemici (medici e giudici che voglio mettersi al posto di Dio in nome della legge) per colpa dei suoi traditori (l'appoggio di tanti cristiani) e dei vari Ponzio Pilato che hanno preferito non prendere posizione nascondendosi dietro una presupposta “complessità del caso”. Anche se non c'è proprio un bel niente di complesso. È tutto cristallino: una persona malata, anziché essere amata perché c'è e quindi curata fino all'incombere della morte naturale come da 2000 anni fino a qualche tempo fa si è sempre fatto, va sul patibolo, privata non solo delle cure ma anche dell'ossigeno. Sì, Charlie non solo non sarà curato ma gli verrà tolto l'aiuto per respirare e morirà soffocato perché nessuno lo vuole più a queste condizioni.
Tutte balle. Gesù venne crocefisso mentre Charlie potrà avere una morte naturale dettata da come il suo fisico, in progressivo deterioramento, non gli garantisce funzioni vitali da tempo. A tenerlo improgionato in quell'agonia è un tubo, non certo la natura.
Buffo è anche come la sedicente cristiana ami rinnegare il messaggio dei Vangeli nell'elargire giudizi efferati contro chiunque non la pensi come lei. Traditori, dice, perché non hanno inferto con la forza un'agonia ancor più devastante.
Le condanne morali proseguono senza sosta:
I suoi genitori avevano già parlato una volta di “qualità della vita”, assicurando i medici che nel caso le cure non fossero funzionate lo avrebbero “lasciato andare”. Ci pareva un'espressione ambigua, ma forse, ci eravamo detti, frutto di una tattica per provare a convincere il Gosh. In ogni caso avevamo scritto che il problema non stava nella "qualità della vita" e nemmeno nel difendere il diritto dei genitori a decidere dell'esistenza o meno del figlio, perché nessuno dovrebbe decidere della vita di nessuno. Avevamo scelto la ragione, non l'onda emotiva, dicendo che il punto era difendere la vita da qualunque volontà umana, fosse dei medici, dei giudici o dei genitori, perché altrimenti avremmo fatto il gioco dei radicali, che in nome dell'autodeterminazione giustificano l'arbitrio di morte, sia che provenga dai genitori (vedi Peppino Englaro, papà di Eluana) sia dei medici (vedi il Gosh), per far passare l’eutanasia legale.
Altra balla. Quella di Charlie non è un'eutanasia ma una morte naturale. L'eventuale eutanasia gli avrebbe sicuramente risparmiato un collasso cardio-respiratorio e gli avrebbe concesso maggior dignità, ma si sa che infliggere sofferenze e negare umanità è la priorità di quell'integralismo cattolico che si batte così ferocemente perché agli altri sia inflitto ciò che loro sostengono garantiranno loro il paradiso. Se il piccolo soffre, loro guadagnano punti. Se l'islamico viene lasciato affogare nel Mediterraneo perché a loro sgradito, guadagnano punto. Se un adolescente gay si suicida perché vittima della loro persecuzione, loro guadagnano punti.
Terrificante è anche come l'integralista Frigerio dica anche che lei esige di poter decidere sulla base della sua emotività (dunque un dato non oggettivo e non certo affidabile quando persone come lei mentono per cercare di plasmarla a proprio uso e consumo) ciò che lei vuole sia inflitto agli altri. Qualunque cosa possa capitare a voi, lei esige di potervi torturare secondo il suo sadico piacere, magari pregando Dio perché quel calice non sia allontanato da voi così come persino Gesù chiese a Dio nell'orto degli ulivi.
Siamo dinnanzi alla lotta alla libertà personale, in una invocazione di una sharia cattolica in cui siano i leader religiosi a decidere per la vita altrui.
La menzogna prosegue imperterrita, parlando più dei suoi fini politici che di quella situazione che lei strumentalizza per il suo profitto:
Ancor di più, perché qui si tratta di eutanasia di un agnello innocente (come dice don Gnocchi ogni bambino non ancora cosciente e sofferente è un'Ostia vivente) vittima di un mondo e di un sistema, anche cattolico, ormai quasi esclusivamente anticristico, che odia la vita e che invece che affermarla in ogni caso, in fondo in fondo la accetta solo fino ad un certo livello di benessere e di mancanza di sofferenza. Sembra una sconfitta irreversibile e con la beffa luciferina, appunto: due genitori rappresentati da un certo mondo “pro life" sentimentalista come paladini della vita che ad un certo punto decidono, date condizioni che superano quelle per loro “accettabili”, di far morire il figlio, sebbene i due medici chiamati a processo fossero disposti a curarlo fino a morte naturale.
Immancabile è anche il solito vittimismo della povera integralista che si ente "tradita" dinnanzi a chi le sta togliendo un giocattolino. Poveretta, le sarebbe piaciuto così tanto vedere quel bambino consumato dal deterioramento del sistema nervoso per poi dire in giro che era stata tanto brava a fargli così tanto male. Scrive:
Siamo senza parole, ci sentiamo beffati, traditi, e siamo stanchi e impauriti per la sorte nostra e dei nostri figli. Forse come chi stava sotto la Croce. Perciò a Dio, che abbiamo pregato senza sosta e che oggi davvero non capiamo, ora urliamo solo una cosa, di intervenire presto, di annientare questo sistema perverso e di mostrarci la sua resurrezione. Forse non abbiamo fatto abbastanza, forse è quello che ci meritiamo e che non può che seguire a tanta disobbedienza, ma per pietà ce lo conceda!
O che pietà ci conceda di poterci liberare da chi vuole trarre profitto dalla sofferenza di un bambino. Interessante sarebbe anche capire che cosa lei deciderebbe per sé stessa se fosse lei a dover rinunciare ad una qualità di vita che possa dare un senso alla sua vita.
L'esperienza ci suggerisce che a lei piaccia pontificare giudizi morali sulla base del suo tornaconto e sull'idealizzazione delle cose: si pensi anche solo a come ha passato anni a parlare di come dovrebbe essere una famiglia quando in realtà lei si è sposata solo lo scorso giugno (ne diede annuncio Costanza Miriano). Ogni sua parole non si basava sull'esperienza, ma solo sulla fantasia di come lei immaginava sarebbero state le cose. E con Charlie forse è lo stesso.
Ed tra i suoi proseliti osserviamo l'orrore della propaganda creata dalla Frigerio. Ormai sono mesi che quotidianamente pubblica decine di messaggi e di fotografie di Charlie (il suo giocattolino) mentre i seguaci della sua setta scrivono messaggi come: «Dio li stamaledica!». Oppure: «Nessuno a Roma dice nulla, troppo presi dallo ius soli e dai lgbt». Ebbene si, il fatto che l'Italia non abbia bombardato l'Inghilterra per infliggere inutile sofferenza a quel neonato sarebbe colpa di gay e di quei bambini nati in Italia che dovrebbero morirsene a casa loro perché non si chiamano Charlie (e si sa che a loro fanno schifo i bambini neri). Ovvio, no?
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