Provita torna ad acquistare spazi pubblicitari per promuovere la sua bufala "gender"
La fantomatica "ideologia gender" illustrata nei convegni integralisti non esiste, eppure chiunque cercasse informazioni al riguardo su Google rischia di imbattersi in annunci pubblicitari con cui l'associazione integralista Provita Onlus promette un «libro in regalo». Inutile a dirsi, si tratta dell'evidente tentativo di comprarsi una posizione di rilievo che possa dominare sulla documentazione autorevole che smonta la loro bufale.
Dopo essersi occupata di profilare l'utente con dati che gli permetteranno di ricontattarlo all'occorrenza, l'organizzazione offre il download di un file pdf dai contorni surreali: una vera e propria un'accozzaglia di frasi estrapolate dai loro contesti al fine di attribuirgli significati discutibili con cui vorrebbero sostenere le loro teorie.
Troviamo frasi in cui si sostiene che «milioni di euro sono spesi dagli enti locali, dal Miur e dall’Unar per promuovere il gender, e di conseguenza l’omosessualità e la transessualità, fra gli studenti, sin dalla scuola materna». Oppure teorie che si scagliano con violenza contro la mancata castrazione obbligatoria dei transessuali con il loro lamentare che «secondo molti tribunali e alcune legislazioni europee si può cambiare sesso sui documenti esclusivamente in base alla percezione di sé (identità di genere) senza bisogno di ricorrere alla modificazione chirurgica dei genitali». Immancabile è anche la presenza di asserzioni allarmistiche, come il loro sostenere che «vi sono cartoni animati e giochi ispirati a questa teoria, che prevedono ad esempio bambole trans».
Gravi e pericolose sono invece le rivendicazioni politiche, ad esempio esplicitate con il loro lamentare che «importanti ong, come Amnesty International, e istituzioni, come il Consiglio d’Europa, chiedono di eliminare dalle liste internazionali di patologie la disforia di genere, sul presupposto che le identità transessuale e transgender sarebbero assolutamente normali».
Dopo tutta questa fuffa, l'organizzazione forzanuovista passa a sostenere che ogni genitore debba opporsi a «questa ideologia malsana» mediante una strenua lotta a qualunque discussione possa affrontare temi legati al rispetto o alla tolleranza. Ed è sempre nel tentativo i creare allarmismo che paiono capaci persino di scrivere frasi come: «Talvolta ci si può accorgere solo in corso d’opera che un determinato corso extracurricolare è tenuto da attivisti lgbt, i quali, con il pretesto di combattere le ingiuste discriminazioni che possono subire alcuni ragazzi, per esempio, insegnano che l’unico modo per superare queste discriminazioni sta nella celebrazione o promozione di tutti gli orientamenti sessuali».
Si passa così a fornire indirizzi di associazioni integraliste che pronte a mobilitarsi se una qualunque insegnante oserà dire ai ragazzi che le persone lgbt non sono inferiori agli eterosessuali. Immancabile è anche il loro solito elenco di bufale su presunti "casi gender" nelle scuole italiane, ormai ripetute a pappagallo nonostante la falsità di alcune loro asserzioni sia stata ampliamene dimostrata.
Fa riflettere la presenza di tre proposte "educative" che il gruppo forzanovista chiede sia imposta ai ragazzi delle scuole primarie e secondarie. Si parte con un corso di «sessualità e affettività» in cui si sostiene che «la conoscenza del corpo con i suoi ritmi biologici ed il riconoscimento della propria fertilità, li aiuta a comprendere integralmente il valore del propria persona. Scoprire che è inscritta nella natura del proprio essere la capacità biologica di essere padre e madre, li aiuta a prendere liberamente una decisione quando vorranno consapevolmente esprimere le proprie potenzialità». Insomma, si tratta di una proposta di indottrinamento ideologico volto ad insegnare ai bambini che chi ha un pene è tenuto ad eiaculare in una vagina e chi ha una vagina è tenuta ad allargare le gambe se un uomo gli si palesa dinnanzi.
Una seconda iniziativa è una «proposta didattico/culturale dura sei mesi» organizzato dall'organizzazione integralista "Non si tocca la famiglia" di Roma. La loro proposta è di portare «testimonianze in aula di “famiglie felici”. Sarà possibile fare domande alle famiglie e ai componenti delle stesse. Saranno invitate famiglie numerose, famiglie che hanno accolto con serenità figli malati, famiglie che non potendo avere figli naturali hanno adottato bambini abbandonati, famiglie ricostruite dopo aver vissuto divorzi o separazioni».
Nella terza proposta, ideata dal Forum delle Associazioni familiari dell’Umbria, si sostiene si voglia «promuovere buone pratiche sull'affettività e sulla relazionalità» basata sulla «conoscenza e comprensione di se stessi in relazione al proprio corpo, della propria dimensione affettiva e sessuata e della ricchezza della differenza». E dinnanzi ad un'associazione fortemente omofoba, c'è da temere su cosa vorranno proporre quando promettono una «conoscenza e comprensione dei comportamenti sessuali». Il solo fatto che si parli di "comportamento" e non di "orientamento" fa presagire molto male.
Il volantino propagandistico si chiude con uno dei soliti slogan volti a sostenere che la lotta alla tolleranza sarebbe un modo di "difendere" il futuro dei bambini. Ma non solo. Quella stessa organizzazione che parla i «gaystapo» ogni qualvolta qualcuno osi ricorrere ai tribunali contro la discriminazione, afferma che «Provita si batte non solo a livello culturale ma pure nei Tribunali -già presentate decine di denunce contro pratiche lesive della famiglia e dei bambini, anche nelle scuole- e collabora in maniera trasversale con tutti i politici e le associazioni che difendono la vita e la famiglia».
E poi conclude: «A titolo di semplice rimborso e per creare un fondo che consenta di stampare altri opuscoli, viene richiesta un’offerta che sia possibilmente non inferiore a € 1,00».