Silvana De Mari dice aver scovato uno studio che da solo sarebbe in grado di distruggere oltre 140 anni di scienza, ma persino i suoi la snobbano
Pare che Silvana De Mari non venga più considerata neppure dai suoi seguaci. Venti miseri "mi piace" paiono infatti posa cosa dinnanzi ad articolo dal morigerato titolo "Studio smonta in un sol colpo gender e evoluzionismo" che è stato ripreso da La Nuova Bussola Quotidiana che a sua volta avrebbe lo avrebbe attinto dal blog di Enzo Pennetta?
Sarà anche che i lettori della De Mari dimostrano un livello culturale che difficilmente permette loro di andare oltre ai proclami contro gay ed islamici, ma pare proprio che questa sua curiosa teoria non abbia fatto presa nonostante si tratterebbe di distruggere oltre 140 anni di scienza sulla base di un singolo studio. Tra gli altri non avrà certo fatto colpo una tizia che dice di avere le prove contro un fantomatico «gender» che nessuno ha mai teorizzato, ancor più se si considera come il suo sostenere che esistano differenze genetiche basate sul sesso biologico non ci porti a comprendere come ciò dovrebbe negare l'esistenza dell'identità di genere o permettere di sostenere che siano i geni a stabilire che la donna debba starsene a casa a cucinare e rassettare il pavimento mentre il suo uomo si diverte con gli amici o con una qualche prostituta.
Contro l'evoluzionismo, il trio formato da De Mari, Cascioli e Pennetta asserisce che «il postulato secondo cui l’evoluzione avanzerebbe per effetto di una selezione naturale che a livello genetico premierebbe le caratteristiche più adatte alla sopravvivenza costringendo quelle meno adatte all'estinzione si comporta invece in modo contrario. Colpo al cuore del dogma evoluzionista centrale. In natura l’evoluzione non si comporta affatto come sta scritto nei libri degli evoluzionisti». Peccato che, se davvero l'evoluzione premiasse chi va contro la sopravvivenza della specie, ci sarebbe da stupirsi che l'umanità possa esistere ancora. E non meno difficile è il comprendere dove si voglia andare a parare con tale teoria.
Ma nel mondo dell'integralismo cattolico funziona così: tutto pare utile a promuovere isteria e odio nel nome di una "scienza" che viene rigorosamente piegata e rimodulata sulla base di ciò che si vorrebbe far credere per portare acqua al proprio mulino, spesso e volentieri sperando che un titolo fuorviante sia sufficiente a raccattare proseliti. E questo con tutte le incongruenze di chi viene a dirci che dovremmo credere più ad una tizia che ha passato la sua vita a fare endoscopie che a tutti quei ricercatori che hanno dedicato la loro intera carriera accademica allo studio della genetica.