Haiti: tre anni di carcere a chi celebra o partecipa ad un matrimonio gay
Il Senato di Haiti ha criminalizzato i matrimoni tra persone dello stesso sesso e qualunque «supporto pubblico» ai diritti dei gay. Ed ancora una volta la discriminazione è stata giustificata con presunte «motivazioni religiose». Secondo Carl Murat Cantave, tra i principali fautori della legge, la discriminazione servirebbe ad «impedire la depravazione dei giovani, bisogna impedire l’abominio in questo paese».
La norma punisce «autori, co-autori e complici di un matrimonio tra persone dello stesso sesso» e stabilisce debbano essere puniti con «una pena di tre anni di prigione e un’ammenda di circa settemila euro». Vengono anche messe al bando «tutte le manifestazioni pubbliche che appoggino l’omosessualità e il proselitismo a favore di essa».
Il presidente del Senato, Youri Latortue, sostiene che «anche se lo Stato è laico, la maggioranza deu cittadini è cristiana ed è credenza comune che l'omosessualità sia una pratica solo occidentale. Un Paese deve concentrarsi sui suoi valori e le sue tradizioni: alcune persone in altri paesi lo pensano diversamente, ma ad Haiti è così che la si pensa».
La legge haitiana già definisce già il matrimonio come unione tra un uomo e una donna, rendendo non chiaro le conseguenzepratiche della legge.
Charlot Jeudy, presidente del gruppo Kouraj in difesa dei diritti lgbt, commenta: «La vediamo come un attacco alla comunità LGBT. Questo testo divide la nostra società, rafforza i pregiudizi e le discriminazioni. È veramente un peccato». La sua opinione è che i politici «sanno bene che questo porterà molto più violenza e pregiudizi contro la comunità LGBTI».