Il sindaco leghista di Prevalle si rifiuta di celebrare l'unione civile, sostenendo che lui preferisce «i normali»
Il Comune di Prevalle non si è limitato ad aprire centri di indottrinamento ideologico volti a promuovere l'odio omofobico grazie al contributo di una miliziana di Mario Adinolfi, ma il sindaco cerca facile pubblicità sostenendo che lui impedirà quelle unioni civili che l'integralista Adinofli chiede non siano celebrate perché altrimenti le sue seconde nozze a Las Vagas non gli consentiranno di poter beneficiare di privilegi pagati dalle vittime della sua persecuzione.
In barba alla leggi e fregandosene del fatto che l'elezione non lo ha reso imperatore del suo comune, il leghista ha negato la possibilità di celebrare un'unione civile sostenendo sui giornali che «per me non sarebbe da fare».
L'unione ci sarà comunque, dato che a celebrarlo sarà un assessore. Con il supporto dei cavalieri dell'Ordine Equestre del Sacro Sepolcro di Gerusalemme, il leghista aveva affermato che «non siamo omofobi, ma non vogliamo che certe teorie entrino nelle nostre scuole e vengano insegnate ai nostri ragazzi. La mia cultura e la mia posizione non sono in linea con queste celebrazioni, ma la legge ci chiede questo e quindi qualcuno celebrerà. Io però avrei detto no. La celebrazione si farà nella stessa sala dove si fanno i matrimoni normali, perché la mia idea non cambia: la famiglia è una ed è quella tradizionale». E il solo fatto che il legista usi la parola «normale» in opposizione ai gay, già la dice slunga sull'anormalità della sua azione d'odio contro la Costituzione.