L'ex primo ministro australiano che mente a sostegno della campagna contro il matrimonio egualitario
Nei giorni scorsi Tony Abbott è stato aggredito da un uomo. L'ex primo ministro australiano, tra i più feroci oppositori alla parità dei diritti per le persone lgbt, ha raccontato alla stampa di essere stato aggredito a causa della sua posizione contro il riconoscimento giuridico delle famiglie gay, sostenendo che l'assalitore avrebbe esibito in bella mostra una spilla a sostegno a favore del matrimonio egualitario.
Per sua sfortuna, però, la polizia è riuscita ad arrestare l'aggressore e si è scoperto che il racconto non corrispondeva al vero: si è infatti appreso l'aggressione è stata compiuta da un anarchico e il matrimonio egualitario non aveva nulla a che vedere con la vicenda.
Ne consegue il vergognoso tentato di sfruttare un evento per cercare di alimentare odio e astio contro i gay, costantemente dipinti come persone violente che minaccerebbero quei bravi "cristiani" a cui verrebbe negato il "diritto" di odiarli apertamente con tutto sé stessi. Una prassi comune a gran parte dell'integralismo, dato che anche qui in Italia abbiamo assistito alle finte minacce di morte inventate di sana pianta da Adinolfi o ai piagnistei di quell'avvocato che si proclama "generale" che durante i suoi convegni si lagna che qualcuno oserebbe contestare i suoi proclami d'odio al posto di riconoscere in lui il massimo modello di quella nuova "razza ariana" che lui pare teorizzare nel nome dei cavalieri dell'ordine equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme (con tanto diritto di passo nelle chiese in virtù dei soldi con cui si è comprato il titolo).