Proseguino le nomine anti-lgbt di Donald Trump
Si sapeva che Donald Trump avrebbe rappresentato una minaccia per milioni di persone. Per comprenderlo era sufficiente guardare gli scatti con cui Costanza Miriano posava tronfia sotto le sue proprietà o leggere con quanta enfasi Mario Adinolfi festeggiasse la fine dell'era Obama. Trump è un personaggio che incarna ogni loro forma di pregiudizio e che non ha vergogna nel tentare di distruggere qualunque vita non sia inquadrata in rigidi stereotipi: il maschio è maschio solo se su tromba le femmine, la donna è donna solo se mette la gonna e non fa il pompiere, gli stranieri vanno temuti perché rappresentano culture diverse che potrebbero mettere in dubbio le abitudini di chi non ha alcuna voglia di dialogare. In fondo è assai più semplice partire dal presupposto di essere sempre nel giusto, magari attribuendo al volere di Dio qualunaue legittimazione di quell'odio omofobico o xenofobo che spopola in quegli ambienti di sedicenti "cristiani" che si reputano migliori degli altri solo perché vanno a messa prima di elargire condanne morali contro tutto e tutti.
Peccato che ci sia da aver paura nell'osservare quali personaggi vengano nominati da Trump in "difesa" dello status quo e di ogni forma di pregiudizio. Si è iniziato con la nomina a capo della CIA di un cristiano evangelico, già parlamentare repubblicano in Kansas, noto per le sue posizioni integraliste e per la promozione della sua religione negli ambienti lavorativi. Si presume che l'immediata conseguenza sarà una minore apertura dell'Agenzia a donne, persone di colore e nembri della comunità lgbt.
Non pago di ciò, ora Trump vuole come giudice federale un uomo che ha definito i bimbi transgender come «un chiaro segno di Satana». Parole indegne che vennero pronumciate da Jeff Mateer, l'uomo che potrebbe diventare giudice federale del Texas.