Gandolfini esulata: il Miur ha cancellato il contrasto all'omofobia e l'educazione sessuale dalle scuole
La scuola italiana continuerà a non essere un posto sicuro per gli studenti lgbt. Pare questa la sconfortante conseguenza di un governo incapace di tener testa alle frange più estremiste del Vaticano, capace di istituzionalizzare l'omofobia nel peggiore dei modi: ossia semplicemente scomparendo dai documento quasi come se non fosse un problema.
Un ministro Fedeli che si mette ad elencare le differenze che vuole siano valorizzate e si dimentica di citare di citare le diversità in campo di orientamento sessuale appare un po' come il leader ceceno che cercava di sostenere che l'omofobia non sia un problema perché lui era certo che nel suo Paese non esistano gay. La negazione come mezzo per ignorare la vita, le esigenze e l'esistenza di un intero gruppo sociale è senza alcun dubbio l'inizio della fine.
Il primo ad esultare è Massimo Gandolfini, il leader neocatecumenale che ha cercato visibilità mediatica mediante l'organizzazione di un evento di massa orientato alla promozione della disparità sociale tra cittadini. Dalle pagine della stampa integralista, sostiene tronfio che le «linee guida fanno riferimento al principio antropologico della differenza tra maschile e femminile come fondante delle identità e indispensabile per la procreazione e il mantenimento della vita».
Talmente «indispensabile» che per contestare la sua tesi barerebbe guardare anche solo alla sua famiglia, basata su un uomo che si porta a letto una donna senza che dalla loro sterile attività sessuale sia mai uscito un solo bambino (tant'è che la sua manciata di figli è stata tutta adottata).
Facendo poi riferimento a quella inesistente ideologia teorizzata a tavolino dall'associazione Scienza & Vita di cui lui fa parte, l'integralista sostiene pure che il testo «non si lascia spazio a interpretazioni fantasiose, si garantisce che l’ideologia gender non entrerà nelle scuole e viene ribadito il primato educativo dei genitori facendo riferimento all'articolo 30 della costituzione».
L'articolo a cui fa riferimento è quello in cui si asserisce che " è dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire ed educare i figli, anche se nati fuori del matrimonio". Il problema di base è che nell'ideologia di Gandolfini pare si rivendichino solo i diritti dei genitori e non i doveri, secondo i quali sarebbe auspicabile che i convincimenti di un qualche integralista non possano arrivare a ledere la vita e la sicurezza dei bambini.
Festeggia anche Simone Pillon, pronto a sostenere che «abbiamo ottenuto il consenso informato e il diritto dei genitori a decidere in ordine all’educazione sessuale dei figli. Abbiamo preteso che fosse citato l’art 30 della Costituzione e l’art. 26 della dichiarazione universale dei diritti umani e soprattutto che fosse escluso ogni insegnamento della teoria gender» a scuola.
Insomma, ai ragazzi non si potrà insegnare come proteggersi dalle malattie sessualmente trasmissibili in un periodo in cui il contagio è ai massimi storici e in cui l'integralismo cattolico continua imperterrito a sostenere che sia preferibile condannare a morte qualche adolescente piuttosto che accettare si possa suggerire l'uso di quel preservativo che loro sostengono non piaccia a Dio.