Il Giornale parla di un gay violentato da una donna. I lettori replicano che lui l'avrebbe avrebbe dovuta ammazzare
È sulle pagine de Il Giornale che ci si può imbattere in uno strano articolo dal titolo: "Confessa a una donna di essere gay e lei lo violenta". Curioso è già come si sostenga ossessivamente che l'omosessualità sia un qualcosa che debba essere "confessato", quasi si tratti di una qualche colpa o di un qualcosa che non deve assolutamente poter essere detto a voce alta. Tant'è che nel testo troviamo la giornalista pronta a parlare di «una confessione intima» prima di raccontare la vicenda di un ragazzo che ha denunciato le molestie sessuali subite da una donna durante una festa.
L'articolo racconta che «lui le raccontò di essere omosessuale, lei di tutta risposta assume un atteggiamento sessualmente esplicito e molesto. Frank decide di chiudere la conversazione, la Cottrell approfittando di un momento di distrazione, in cui il ragazzo è chinato, lo penetrato nell'ano con le dita, con tanta violenza da farlo sanguinare». «Il tribunale l'ha condannata per molestie sessuali. Ora la Cottrell sconterà 120 ore di lavori socialmente utili ma non andrà un giorno in carcere».
L'articolo cita Leggo quale fonte della notizia, anche se il quotidiano a sua volta rimanda a Metro. Ed è solo a quel punto che la storia inizia ad avere un senso dato che i quotidiani italiani hanno omesso di raccontare che il problema dell'intera vicenda è una legge scozzese del 2009 che definisce come stupro solo «la penetrazione con il pene senza consenso». In altre parole, secondo la legge scozzese ora in vigore, una donna non potrebbe mai compiere uno stupro.
La ricerca di sensazionalismo e di ridicolizzandone della vicenda traspare da elementi presenti solo sui quotidiani italiani, come il sostenere che la donna avrebbe approfittato di «un momento di distrazione» nonostante gli inglesi raccontano più nel dettaglio che l'aggressore avrebbe atteso che la vittima si chinasse a raccogliere un oggetto per poterla sopraffare con il peso del suo corpo. Insomma, una circostanza un po' meno simile alle battute dei film anni '70...
Ma al di là delle omissioni e della spettacolarizzazione della vicenda, ciò che lascia basiti è come tra i commenti (rigorosamente moderati ed approvati dal quotidiano) ci sia chi scrive: «Che peccato, pensare che con un colpo secco e di adeguata violenza avrebbe potuto fare capire alla strega quanto fosse vicina ai suoi ultimi passi». Insomma, la femmina doveva essere uccisa con un gesto di violenza superiore a quello ricevuto, in una frase che pare ravvisare il reato di istigazione all'omicidio. E fa specie che simili reazioni giungano solo quando un uomo può uccidere una donna, riservando parole assai meno volente se si è dinnanzi a due militari in divisa che stuprano due turiste o se si è dinnanzi ad un gay che è vittima di omofobia.
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