L'AiBi torna a scagliarsi contro le adozioni gay mentre inneggi al bus transofobico di Gandolfini
«I figli delle coppie omosessuali sono più vicini alla depressione. Lo sostiene una ricerca condotta dalla psicologa Elena Colzi della Università Cattolica di Milano». È quanto dichiara su Twitter Marco Griffini, presidente dell'Aibi.
Il messaggio rimandava ad una pagina una pagina della sua associazione (ora rimossa ma ancora raggiungibile grazie alla cache di Google) in cui era integralmente riprodotto un articolo pubblicato da Il Giornale a firma di Claudio Risédi di cui ci siamo già occupati. E nonostante si fosse dinnanzi ad una palese aggressione all'omogenitorialità, non paiono comunque ravvisabili le parole del presidente dell'associazione. Effettivamente esiste il libro pubblicato dalla signora Colzi che tenta di che tesi condivise in ambito accademico non vengono da lei accettate perché contesta il metodo utilizzato, anche se non è chiaro perché mai lo racconti all'opinione pubblica anziché sostenere le sue rimostranze in un ambito accademico formato da professionisti competenti e formati.
Di suo pugno Il Giornale sosteneva la necessità di impedire l'adozione ai gay sino a quando non si fossero effettuati studi su figli, anche se è evidente che i dati da loro richiesti non potrebbero mai esistere se prima non si permette l'adozione (sarebbe come dire a Cristoforo Colombo che non doveva per la sua traversata oceanica se prima non si fossero avuti dati certi su quelle Americhe, anche se è ovvio che senza il suo viaggio quelle evidenze non sarebbero mai potute arrivare). Ed infine è al al reverendo Sullins che andrebbero attribuite le teorie sul fatto che i figli dei gay sarebbero condizionati dalla violenza omofobica che le loro famiglie subiscono. pare dunque inesatto parlare di «una ricerca condotta dalla psicologa Elena Colzi» a fronte di teorie attribuibili solo al reverendo Sullins.
Non è la prima volta che l'Aibi attacca l'omogenitorialità. Contro l'adozione riconosciuta ad una coppia bolognese, l'associazione si premurò di ripubblicare un articolo di Famiglia Cristiana in cui si asseriva: «Problemi seri di adattamento e anche di depressione. Sul lungo periodo i bambini che crescono in famiglie omosessuali rischiano di avere non pochi problemi psicologici. Lo rimarca Rosa Rosinati, docente di Psicologia dell'adozione e dell'affido presso l'Università Cattolica di Milano». Anche in quel caso ci si affidò all'opinabile parere di una donna che non ciò alcuno studio verificabile, apparentemente rilanciando quella stessa teoria del reverendo Sullins che oggi viene attribuita ad un'altro personaggio dell'Università Cattolica di Milano.Una ricerca che in campo accademico viene ritenuta carta straccia a fronte di metodologie ritenute non scientifiche, ma un vera e propria Bibbia per quei sedicenti "cattolici" che si sentono in dovere di impedire la felicità di alcune famiglie nel nome dei danni che il loro pregiudizio potrebbe arrecare loro.
L'Aibi è considerata Ente Morale dal 1991, Ente Autorizzato all’adozione internazionale dal 1992 nonché ONG riconosciuta dal Ministero Affari Esteri a partire dal 1993. Eppure appare un po' ipocrita anche come l'Aibi sia alla ricerca di donazioni mentre denuncia come sia in aumento i minori senza famiglia ospiti nelle comunità educative o che in Cina ci siano migliaia di bambini abbandonati dalle loro famiglie, ma poi disprezzi chi potrebbe dare loro una casa solo perché i sedicenti "cristiani" preferiscono condannare i bambini a crescere con un gruppo di suore piuttosto che con due padri che potrebbero amarli. ma per capire il perché della loro ferocia anti-gay forse basterebbe osservare come il loro presidente sia stato capace di pubblicare immagini a sostengo del comitato omofobi di Massimo Gandolfini e di Filippo Savarese contro il rispetto dell'identità di genere dei bambini:
Insomma, un'immagine che pare valere più di mille parole.
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