L'ex generale della Foglore, Marco Bertolini, denigra pubblicamente le donne e i gay nell'esercito


C'è chi crede che le forze armate debbano proteggere i cittadini, ma purtroppo non manca mai un qualche estremista che si dice fermamente convinto che l'uniforme non lo ponga al servizio della gente ma al suo comando. E chiunque osi contraddire la sua logica va condannato, perseguitato e coperto di infamia anche a costo di calpestare quella Costituzione su cui si è giurato (forse più per prassi che per convinzione).

È in un sito denominato "I congedati della Forgore" che si incontra un inaccettabile testo che viene presentato come uno scritto del generale di corpo d’Armata Marco Bertolini. L'articolo esordisce raccontando:

Il Tenente fu inflessibile e Sergio venne punito. Infatti, si era fatto accompagnare dalla fidanzata fino all’ingresso dell’Accademia al rientro dalla libera uscita, congedandosi da lei con un bacetto a fior di labbra che aveva fatto tremare le colonne del Sacro Portone.Non si trattava di una di quelle ispezioni laringofaringee sbavate nelle finte effusioni delle fiction della TV di Stato, in prima serata obviously, ma era stato comunque sufficiente a giustificare la proibizione per gli Allievi del 154° Corso di farsi riaccompagnare da donne, fossero anche le madri, ad una distanza inferiore i 100 metri dall’Istituto di Modena. Che risate per quell’ukase che se ne sbatteva del buon senso e di quello del ridicolo. Sergio stesso rielaborò facilmente l’incazzatura per la consegna subita con una scrollata di spalle e uno sghignazzamento in compagnia. Tanto, il tempo passa e con esso la consegna finisce.

Il tutto per arrivare a sentenziare:

Sergio se n’è andato qualche anno fa, lasciando la stessa fidanzata di allora – poi sposa – con due figli ormai grandi e sistemati. La punizione non aveva rotto il loro rapporto, anzi, e in un’epoca nella quale non c’era TAR che tenesse per farla annullare, non aveva avuto problemi a digerirla facendola anzi diventare parte di quell’anedottica con la quale in caserma cercava di lasciare un segno di umanità e una testimonianza di serena accettazione della disciplina ai suoi soldati.
Chissà perché è sempre a Sergio che penso quando vedo le immagini di Ufficiali o Sottufficiali delle Forze Armate, rigorosamente in uniforme da cerimonia, mentre “sposano” il proprio fidanzato dello stesso sesso (dello stesso sesso!).

Parte così l'offensiva omofoba del tenente, un vero e proprio insulto alla divisa da parte di chi si vanta di ritenere le donne inferiori a lui o di sostenere che le sue fantasie erotiche lo rendessero parte di una sorta di "razza" superiore. In quello che appare come un vero e propria attacco alla democrazia e ai principi costituzionali, il presunto generale afferma:

Mi basta Sergio coi suoi due o tre giorni di consegna per provare una rabbia inestinguibile per come questo sedicente progresso non ti dia il tempo di toglierti di torno prima di produrre le sue aberranti rivoluzioni.
E’ così che mi domando: avranno chiesto il permesso a qualcuno per “convolare a nozze”? Ci sarà un telegramma di qualche Comandante di Brigata o Divisione che augura una vita felice e tanti figli agli sposi novelli? Avranno invitato il Comandante della propria Nave o il Comandante di reggimento alla “cerimonia”? I colleghi gli/le avranno fatto il “ponte di sciabole”? Avranno preparato una lista di nozze e i loro soldati avranno fatto una colletta per comprargli/le la Rowenta e il Folletto? Come si presenteranno a loro, a questi ultimi, finita la “Luna di Miele” (!)? E come questi ultimi considereranno questa loro smania di dare una così singolare pubblicità alla stessa uniforme che essi stessi indossano?
E infine: immaginavano i fantasiosi legislatori, molti dei quali sedicenti “cattolici”, questo risultato? E soprattutto: gliene frega qualcosa?
In Accademia mezzo secolo fa eravamo il piccolo spaccato di un’umanità declinata al maschile assoluto, perennemente assonnata, affamata ed arrapata. Lo stesso nelle caserme nelle quali passava il tempo la nostra naja, tra una lezione di addestramento formale, una di regolamenti ed una corvè ai cessi; la domenica mattina, Messa obbligatoria.

In conclusione non poteva mancare il sostenere che lui sia superiore alle nuove leve perchyé a lui piacevano le ragazze e trascorreva le sue giornate solo con altri uomini:

Ci siamo persi, infine, quando abbiamo smesso, disperati, di indignarci nei confronti di chi svillaneggia quello da cui veniamo in nome di una libertà falsa e volgare, magari travestendosi da noi senza però avere lo stesso sangue blu che scorre nelle nostre vene.

Insomma, un articolo degno di un medioevo che non riesca ad abbandonare vecchie ed ottuse mentalità. Il tutto basando l'intero ragionamento sul sostenere che una divisa possa essere infangata da un matrimonio solo perché celebrato tra due persone dello stesso sesso. E non meno grave è la colpa di chi diffonde simili proclami, utili solo a legittimare l'odio e a negare il principi costituzionali della pari dignità e dell'antifascismo della nostra Repubblica.
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