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Secondo un parroco potentino, chi è iscritto all’Arcigay «non può fare da madrina o padrino ai sacramenti»

«Chi aderisce all’Arcigay non può fare da madrina o padrino ai sacramenti». È questo il dogma inventato di sana pianta dal parroco di Savoia di Lucania (Potenza) che è stato da lui spacciato per una verità rivelata in presenza di alcuni ragazzi prossimi a ricevere la cresima.
Siamo dunque dinnanzi all'ennesimo tentativo di indottrinamento omofobo, compiuto da un religioso che farebbe forse bene a prendersi una qualche ripetizione di cristianesimo.
In una palese violazione della privacy ed in una vergognosa violenza personale, pare che don Pompeo Monaco abbia approfittato della sua posizione per lanciarsi in una personale crociata a danno di Antonella Giosa, la vice presidente di Arcigay Basilicata. Una donna che lui sostiene non possa fare la madrina perché si batte per i diritti civili di tutti anziché fomentare odio contro interi gruppi sociali.
Giosa racconta di aver deciso di denunciare l'accaduto perché «voglio tutelare ragazzi e ragazze adolescenti che hanno preso per giuste e vere simili sciocchezze che il parroco ha fatto apparire come normali regole della Chiesa. Nei nostri piccoli paesi la voce del parroco è il verbo e credo che nessun genitore si sia premurato di spiegare ai figli che una tale affermazione semina solo odio».
Ed ancora una volta si assiste all'ennesima riprova del perché sia necessario fare formazione nelle scuole per arginare l'azione di chi abusa persino di Dio pur di promuovere i suoi pregiudizi.

Un plauso al parroco è giunto dai soliti lettori de Il Giornale, estasiati dinnanzi ad prelato che legittima l'ideologia che vede nella religione un qualcosa da sfruttare solo quando c'è da giustificare l'odio. Si dicono certi che in vero cristiano debba rinnega Gesù quando si parla di accoglienza, ma poi chiedono di citare un qualche versetto decontestualizzato utile a sostenere che i dogmi creati dall'uomo bastino a ritenere che Dio abbia sbagliato a non creare gli altri a loro immagine e somiglianza. Ma se ormai si è abituati ad un uso politico del cristianesimo, a lasciare basiti è come il Papa possa tacere mentre c'è chi cita il cristianesimo come giustificazione all'odio, restando in silenzio esattamente come quel suo predecessore che non proferì parola mentre Hiler sterminava interi gruppi sociali al grido di: «Dio è con noi». Guardacaso lo stesso slogan scelto anche da Adinolfi.


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