Facebook ha oscurato la pagina di propaganda di Gianfranco Amato?
Mentre il gruppo di avvocato capitanato da Gianfranco Amato si sta occupando di querelare qualunque quotidiano abbia osato dare notizia del sacerdote che equiparava la Bonino a Riina con toni a loro sgraditi, per motivi al momento sconosciuti pare che la pagina del loro leader sia scomparsa da Facebook. Chiunque digitasse l'indirizzo del cavaliere dell'avvocato che si dichiara "generale", troverà ad attenderlo il seguente messaggio:
L'ultima istantanea della pagina collezionata da Google risale al 19 novembre, proponendo i soliti proclami di Amato sul fatto che i gay sarebbero una minaccia per la società, che gli stranieri vanno respinti e che essere cristiani significhi andare nelle piazze ad urlare quanto ci si senta superiori agli altri in virtù dei propri pruriti sessuali. Insomma, nulla di nuovo, neppure nei passaggi in cui Amato tornava per l'ennesima volta a sostenere che l'accettazione e la tolleranza sarebbero da intendersi come un sinonimo di nazismo.
Data la matrice dei contenuti pubblicati dal leader integralista, pare però facile ipotizzare che alcuni dei contenuti pubblicati sulla pagina siano stati ritenuti in conflitto con le regole della community contro la promozione dell'odio. Una rocedura di tutela degli utenti che più volte ha colpito anche il supremo leader del suo patito omofobo, con quel suo Mario Adinolfi che ormai conosce bene, come strumentalizzare i suoi continui blocchi per fare vittimismo e per cercare di tramutare in profitto dei messaggi d'odio che gli permetteranno di piagnucolare siu quanto siano cattivi quei gay che impediscano il suo supremo diritto di poter bestemmiare il nome di Dio quale lasciapassare alla sua promozione di una cultura omofoba, xenofoba e omofoba finalizzata a sancire la supremazia attraverso proclami che gridino al mondo quanto lui esiga di essere essere ritenuto "più ariano" degli altri in viltà del suo avere la pelle bianca, un paio di mogli ingravidate e un profondo disprezzo per chiunque non sia specchio delle sua ideologia.