Gianfranco Amato: «Ci vorrebbe una bella persecuzione, persecuzione di preti con sangue, una Spagna 1936»
«I pastori hanno una ignoranza totale… Ci vorrebbe una bella persecuzione, persecuzione con sangue, una Spagna 1936». È quanto Gianfranco Amato dice ai suoi proseliti parlando di tutti quei preti che osano non concedere i loro altari e i loro pulpiti alla propaganda politica del suo partito.
La minaccia è contenuta in uno dei video di propaganda che l'integralista è solito elargire ai suoi miliziani, confezionati con modalità che lo vedono ripetere ossessivamente i suoi slogan in quella che ha tutta l'aria di un'operazione di indottrinamento dei suoi miliziani.
Raccontando le terribili punizioni che Dio riserverà a chi non lo vota e profetizzando i soliti scenari apocalittici che dice si concretizzeranno se lui non avrà una poltrona in Parlamento, il leader integralista afferma:
È un discorso che potrebbero capire anche i parroci se fossero meno ideologicamente chiusi. Se nella prossima legislatura non ci sarà il Popolo della famiglia, sarà la legislatura dell'abominio. Questi parroci risponderanno al padre eterno nell'aldilà. Li chiamerà: don Tizio, vieni qua. Gli farà vedere il video di Carlo Martelli che sproloquia sui matrimoni multipli oppure l legge approvata della depenalizzazione dell'utero in affitto (termine dispregiativo con cui l'integralismo chiama la gpa, ndr) e gli dirà: e tu dov'eri mentre tutto questo accadeva? Io rimango basito e a questi preti e dico sempre: Mi scusi reverendo, ma nel 1948, il 18 aprile, la Chiesa Cattolica italiana ha fatto bene o ha fatto male ad entrare a gamba tesa in politica facendo parlare dai pulpiti i candidati democristiani? Ha fatto bene. Ha fatto bene, certo! C'era in gioco la libertà e se avessimo perso avremmo fatto la fine della Cecoslovacchia. E se allora ha fatto bene la Chiesa e in gioco c'era soltanto la libertà, adesso che c'è in gioco la visione antropologica dell'uomo, ciò la sua distruzione, come fa la Chiesa a dire che con la politica non c'entriamo?
Oggi, cari preti, è molto peggio del 18 aprile '48. Ma molto peggio. Allora c'era in gioco la libertà oggi c'è in gioco l'uomo. C'è in gioco l'umanità. E come fa chi ha una prospettiva di fede a non sentire l'esigenza di portare in quel luogo dove si decide la visione antropologica dell'uomo qualcuno che è in grado di difendere culturalmente questa posizione di fede?
Sostenuto che la Democrazia Cristiana fosse il massimo volere di Dio nonostante Tangentopoli e tutti gli altri scandali che la legarono per decenni alla mafia, è proponendosi come un nuovo messia che si auto-proclama incaricato a "salvare" l'umanità grazie ai suoi concerti di Povia e alle sue slide di disinformazione che mirano a creare isteria contro i diritti della comunità lgbt.
E se la sua propaganda politica alterna lo sfruttamento dei pregiudizi al fanatismo religioso, la sua ira appare implacabile contro qualunque prelato osi non promuovere la sua ideologia. Non solo, cita pure il Papa quale uomo che legittimerebbe le sue crociate, incurante di come lui sia il primo a rinnegarlo non appena si parla di accoglienza, confermando come la sua finalità sia solo ed esclusivamente un abuso della credenza religiosa per finalità assai poco cristiane.
Aggredendo ferocemente qualunque relato non offra appoggio per la sua propaganda politica, aggiunge:
Dobbiamo aprire gli occhi a questi pastori che hanno un'ignoranza che è colpevole. Molti non sanno neanche che cosa sta succedendo. A parte il gender che negano l'esistenza del gender. Non stanno attenti a ciò che scrive Papa Francesco che su tutti i giornali dicevano un attacco al gender. Questi non so dove vivono. Sono impancati. Sono tutti terrorizzati perché hanno paura di essere dichiarati omofobi, di essere contro corrente, di essere divisivi all'interno del consiglio pastorale. Ci vorrebbe una bella persecuzione. Un bella persecuzione con sangue. Perché il sangue dei martiri è semen christianorum. I preti dovrebbero essere messi di fronte ad una Spagna del 1936, o la morte o la fede. E vediamo se tante remore verrebbero un po' meno.
Interessante è osservare come Gianfranco Amato sostenga che «la fede» sarebbe il suo patito, non quel messaggio di Gesù che rinnega la quasi totalità dei suoi proclami. Ed ovviamente chi nega l'esistente «ideologia gender» va accusato di blasfemia perché Amato dice esista: evidentemente Amato si crede Dio ed ogni dissenso al suo pensiero unico va minacciato. Minacce che non si limitano al sangue, dato che l'integralista minaccia persino punizioni divine dopo essersi arrogato il diritto di mettere le sue parole nella bocca di Dio. E chi dissente non deve porlo fare, oppure Amato racconterà ai suoi proseliti che sicuramente si dice contrario al suo pensiero unico solo per ché qualcuno li minaccerebbe o perché tutti gli altri sarebbero dei codardi. Pare che nella sua mente non ci sia spazio per l'idea che qualcuno potrebbe anche dissentire da lui, ma si sa che la propaganda di regime non tollera dubbi sul fatto che ogni parola pronunciata dai leader debba essere inteso come una verità assoluta, insindacabile, divina.
Peccato che il solo fatto che Amato chieda una persecuzione mostra chiaramente anche un altro elemento evidente: quella sua fantomatica minaccia non esiste, motivo per cui ne avrebbe bisogno una real. Eppure tutto ci dice che l'unico sangue versato è quello degli adolescenti che si suicidano perché lui dice che sono sbagliati o quello delle transessuali a cui viene negata la dignità di un lavoro perché sgradite all'integralismo.
Lo stesso Stonewall rappresenta un momento storico in totale antitesi con la sua propaganda: quei gay che erano stati confinati in orribili ghetti si sono ribellati ad una oppressione che sembrava infinita, alzando la testa dinnanzi a chi non voleva potessero esistere e avviando un inarrestabile processo di liberazione per cui oggi è difficile che i giovani lgbt siano disposti a subire in silenzio. Amato chiede massacri che possano armare i loro carnefici e possano fungere da pretesto per rigettare quei ragazzi nel ghetto, ma la realtà storica è che è proprio lui a voler creare insensate violenze che possano armare qualcuno contro chi si è liberato dalle catene. È esattamente come quando i si inventarono i Protocolli dei Savi di Sion per sostenere esistesse una minaccia che legittimasse la loro repressione degli ebrei.
E dinnanzi a simili proclami, c'è da sperare che i suoi proseliti non lo prendano alla lettera e che nessun seguace del Popolo della famiglia si senti legittimato a sgozzare un qualunque prete osi negargli il pulpito per la loro propaganda d'odio.
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