Gli integralisti cattolici che odiano le donne
Il femminismo sarebbe uno dei principali «nemici della famiglia cattolica», insieme allo yoga e ad Harry Potter. Lo sostiene il sito ultra-cattolico "Famiglia Cattolica".
Tra icone sacre e preghiere di liberazione dal malocchio, la loro posizione contro le donne appare chiarissima sin dall'incipit del loro lungo articolo:
Abbiamo indugiato fin troppo, è ora che qualcuno denunci la “Liberazione delle Donne”. Come per l’ambiente, la liberazione delle Donne è improvvisamente ovunque negli ultimi mesi. E’ diventato impossibile evitare di essere assaliti, ogni giorno, senza tregua, dal noioso chiacchiericcio delle femministe.
Il riferimento all'ambiente riguarda il loro sostenere che l'uomo debba poter abbattere alberi e sterminare intere specie in via di estinzione per "difendere i bambini" e liberare spazi per i parcheggi delle loro autovetture (lo abbiamo raccontato qui). Riguardo alle rivendicazioni contro le donne (che nel loro articolo vengono bollate come «bisbetiche» o «streghe»), dicono:
L’ingiustizia di questa ondata a senso unico dovrebbe essere palese. Non solo è evidente, ma l’assenza di una opposizione pubblicata nega una delle maggiori accuse delle forze della liberazione delle donne: che la società e l’economia stanno scricchiolando sotto una tirannia monolitica, maschile e “sessista”.
Se gli uomini tengono le fila, come può essere che essi non osino neppure stampare o presentare qualcuno del proprio schieramento?
Tuttavia, gli “oppressori” rimangono stranamente silenziosi, il che conduce a sospettare, come approfondiremo successivamente, che forse l’oppressione risiede nella sponda opposta. [...] Così facendo, questo progressismo maschile senza spina dorsale nutre l’appetito degli aggressori e prepara il terreno per la prossima serie di “richieste” oltraggiose.
Sostenendo che le donne non dovrebbero ambire a ruoli di management dato che toglierebbero quelle poltrone agli uomini, aggiungono pure:
L’argomento delle quote può essere liquidato rapidamente, poiché è un’arma a doppio taglio. Se la bassa percentuale di donne nella chirurgia, nella legge, nel management ecc.. è la prova che gli uomini dovrebbero essere rimpiazzati in gran fretta dalle donne, allora cosa dobbiamo fare con gli ebrei, per esempio, che eccellono ben al di là della quota assegnata loro nelle professioni, nella medicina, nelle accademie, ecc..? Devono essere epurati?
Le loro tesi peggiorano ulteriormente nel tentare di sostenere che sia doveroso riservare stipendi inferiori alle donne o che la maternità sarebbe motivo per rifiutare incarichi di responsabilità:
Il reddito medio inferiore per le donne può essere spiegato in base a diverse ragioni, che non hanno nulla a che fare con un’irrazionale discriminazione “sessista”. Una di queste è il fatto che la schiacciante maggioranza delle donne lavora per pochi anni e poi utilizza una larga fetta dei suoi anni produttivi per crescere i figli, dopo i quali potrebbe decidere o meno di ritornare nella forza lavoro. Come risultato, esse tendono a trovare lavoro maggiormente in quelle industrie e in quel tipo di occupazione che non richiede un impegno a lungo termine per la carriera. Inoltre, tendono ad occupare quei posti di lavoro in cui il costo della formazione professionale del nuovo personale, o della perdita di quello vecchio, è relativamente basso. Queste sono generalmente occupazioni con retribuzioni inferiori di quelle che richiedono un impegno sul lungo periodo o in cui i costi della formazione o del ricambio sono alti. Questa tendenza generalizzata a prendersi alcuni anni per crescere i figli giustifica moltissimo il fallimento nel promuovere le donne alle posizioni più elevate, e quindi ai lavori più pagati, e così le basse “quote” femminili in tali aree. E’ facile assumere segretarie che non si prefiggono di fare del lavoro una parte importante della loro vita; non è così semplice promuovere nella scala accademica o aziendale persone che non agiscono così. Come può diventare presidente di una compagnia o professore chi si ritira per maternità?
Si arriva così ad affermare che sarebbero le donne stesse a volersene restare a casa a lavare le mutande sporche del loro uomo, non una qualche imposizione sociale:
Il vero problema per le femministe, evidentemente, è che la schiacciante maggioranza delle donne abbraccia “la mistica della femminilità”, sentono davvero che le loro uniche carriere sono quelle di madre e donna di casa. Tacciare questi forti ed evidenti desideri semplicemente come “lavaggio del cervello” prova davvero poco; infatti, si può sempre respingere i valori di una persona, non importa quanto siano abbracciati profondamente, come la conseguenza di un “lavaggio del cervello”.
Si arriva così all'affondo finale, praticamente da denuncia:
Inoltre, le femministe sono cadute in una trappola logica nella loro accusa ai secoli di lavaggio del cervello maschile. Se questa accusa fosse vera, allora come mai gli uomini hanno dominato la cultura per millenni?
Sicuramente, questo non può essere un caso. Non è questa allora la prova della superiorità maschile?
L'aggressione alla dignità delle donne prosegue con ulteriori stereotipi che rasentano il patetico. L'articolo afferma infatti che:
In verità, poichè il capitalismo ha immensamente alleggerito l’onere dei lavori domestici attraverso una tecnologia avanzata, molte mogli sono andate progressivamente a costituire una classe agiata mantenuta. Nel quartiere della classe media in cui vivo, io le vedo, queste streghe “oppresse” e dalla faccia truce, camminare impettite nei loro colli di visone verso la prossima partita di bridge o di mah-jong, mentre i loro mariti si ammazzano di lavoro per mantenere le loro partner.
In questi casi, allora, chi sono i “negri”: le mogli? O i mariti? Le femministe affermano che gli uomini sono i padroni perchè svolgono la gran parte del lavoro del mondo. Ma se guardiamo indietro alla società schiavista del Sud, chi davvero lavorava? E’ sempre lo schiavo che lavora, mentre i padroni vivono nell’ozio grazie ai frutti delle loro fatiche. Finchè i mariti lavorano e sostengono la famiglia, mentre le mogli godono di uno status privilegato, chi sono i padroni?
E se non manca una nota di razzismo nel termine dispregiativo con cui il cattolicissimo autore dell'articolo etichetta le persone di colore, si arriva ad elargire i soliti slogan integralista sul fatto che il sessismo sarebbe un qualcosa in "difesa dei bambini". Chissà perché, ma questa gente dice di fare tante cose per i bambini mentre nega loro la cittadinanza, non li difende dal bullismo omofobico o spera che le bambine sappiano sottomettersi ad un maschio secondo le indicazioni della Miriano. Scrivono:
Il test decisivo per determinare se le donne sono schiavizzate o no nel matrimonio moderno è quello della “legge naturale”: consideriamo ciò che accadrebbe se tutto dipendesse dalle femministe e non vi fosse matrimonio. In tale situazione, e in un mondo conseguentemente promiscuo, che accadrebbe ai bambini? La risposta è che l’unico genitore visibile e dimostrabile sarebbe la madre. Solo la madre avrebbe il bambino e quindi solo lei sarebbe legata a quest’ultimo. In breve, le militanti che si lamentano perchè a loro viene appioppato il compito di crescere i figli dovrebbero badare al fatto che, in un mondo senza matrimonio, sarebbero comunque costrette a guadagnarsi un reddito per mantenere i bambini.
La filippica prosegue inarrestabile con i borbottii di quei poveri "cristiani" che non vogliono occuparsi dei loro figli quando una donna può farlo per conto loro. In fondo quale cristiano desidererebbe mai trascorrere del tempo con la propria prole può godersi egoisticamente la vita mentre insulta o maltratta la moglie se quei marmocchi fanno troppo rumore? Scrivono così:
Non contente di essere sostenute e protette, tentano ora di forzare i loro passivi e pazienti mariti a fare anche la maggior parte dei lavori domestici e a crescere i figli. Conosco personalmente diverse coppie in cui la moglie è una militante liberazionista e al marito è stato praticato il lavaggio del cervello dalla sua partner per farlo diventare uno Zio Tom e un traditore del suo genere. In tutti questi casi, dopo una lunga e dura giornata in ufficio o ad insegnare per sostenere la famiglia, il marito se ne sta a casa badando ai bambini mentre la moglie si trova ai meeting del Movimento di Liberazione delle Donne per concertare la loro ascesa al potere totale e per denunciare i loro mariti come oppressori sessisti.
Ed è così che l'ossessione omofoba dei movimenti integralisti li porta a spergiurare persino che le donne vogliano "diventare" lesbiche per liberarsi dall'uomo:
E così, nel cuore profondo del Movimento per la Liberazione delle Donne si cela un pungente, estremamente nevrotico se non psicotico lesbismo anti-maschile. La quintessenza del Nuovo Femminismo è rivelata.
Questo spirito è confinato a poche estremiste? E’ ingiusto pensare che il movimento nel suo insieme abbia gli stessi difetti della Lesbica rampante? Temo di no. Per esempio, uno dei motivi dominanti che permea l’intero è una stridente opposizione agli uomini che trattano le donne come “oggetti sessuali”. Questo trattamento apparentemente avvilente, degradante e sfruttatore si estende dalla pornografia ai concorsi di bellezza, dalla pubblicità delle belle modelle che usano un prodotto, a tutta la gamma dei fischi e agli sguardi di ammirazione alle ragazze in minigonna. Ma non v’è dubbio che questo attacco alle donne come “oggetti sessuali” sia semplicemente un attacco al sesso, o piuttosto all’eterosessualità. Questi nuovi mostri del genere femminile mirano alla distruzione della squisita e antica consuetudine – apprezzata in tutto il mondo dalle donne normali – di vestirsi per attrarre gli uomini e avere successo in questo simpatico compito. Che vita tetra e noiosa vogliono imporci queste megere! Un mondo in cui tutte le ragazze appaiano dei lottatori trascurati , dove la bellezza e l’attrattiva sono state sostituite dalla bruttezza e dall’ “unisex”, dove la deliziosa femminilità è stata abolita a vantaggio del femminismo cupo, aggressivo e mascolino.
Sostenuto che l'abuso sessuale sia sinonimo di eterosessualità, si è arrivati praticamente a giustificare l'ideologia che è alla base del femminicidio stesso. Il tutto pronunciando simili ideologia in pagine che abusano di un'iconografia sacra per sostenere che ogni donna cristiana debba accettare di essere ritenuta inferiore all'uomo perché così vuole Dio.
Il dramma è che tutte le teorie illustrate da "Famiglia Cattolica" non sono poi così diversa dalle rivendicazioni integraliste. Quando Filippo Savarese guida il suo pulmino transofobico per opporsi alla parità di genere nelle scuole, il suo dire che maschi e femmine avrebbero ruoli diversi dettati dal sesso è un voler strizzare l'occhio a tutto questo. Quando nello spot omofobo di Toni Brandi vediamo il figlio del leader di Forza Nuova che se ne sta in poltrona a leggersi il giornale mentre la moglie si occupa dei figli, è di questo che si sta parlando. Ed è sempre questo di cui parla nei convegni di quel Luca Di Tolve che viene invitato sui palchi di Gianfranco Amato e mario Adinolfi.