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La Cassazione riconosce l'asilo al profugo nigeriano perseguitato perché gay

In Italia può succedere anche che Matteo Salvini incolpi i migranti persino delle sconfitte della nazionale di calcio. In una negazione della nostra cultura e della nostra tradizione, uno dei Paesi fondatori della Comunità Europea si sta trasformando in una terra dell'intolleranza sempre più minacciata da crescenti rigurgiti neofascisti.
Capita così che il Viminale la corte d’Appello di Ancona si siano rifiutati di concedere l'asilo ad un migrante in fuga dalla Nigeria, dove il suo orientamento sessuale avrebbe potuto costargli la vita. La fame aveva spinto l'uomo a prostituirsi ed è dovuto fuggire dalla sua terra dopo che la sua casa è stata bruciata e i suoi famigliari uccisi come rappresaglia di un cliente che si era sentito male durante un incontro. Ma alle istituzioni pareva non importare nulla.
Fortunatamente la Cassazione ha rovesciato le precedenti decisioni, riconoscendo il diritto all'accoglienza dei perseguitati come previsto dalla nostra Costituzione. I giudici hanno evidenziato «la sostanziale coerenza e plausibilità del racconto oltre al fatto che l’omosessualità è considerata reato in Nigeria, ciò costituendo una grave ingerenza nella vita privata dei cittadini omosessuali, che compromette grandemente la loro libertà personale e li pone in una situazione oggettiva di pericolo, tale da giustificare la concessione della protezione internazionale».


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