La Corte sentenzia che l'adozione compita all'estero dalle coppie gay va trascritta
L'adozione di un minore compiuta all'estero da parte di due papà deve essere trascritta in Italia. Lo ha stabilito la Corte di appello di Genova.
La vicenda ha avuto inizio nel 2016, quando la coppia di uomini, residente in Brasile, ha chiesto all'Italia la trascrizione della sentenza di adozione di un bambino emessa dall'autorità giudiziaria brasiliana. Dinnanzi al rifiuto da parte dell'Ufficiale di stato civile, la coppia si è rivolta alla Rete Lenford ed ha portato la questione davanti alla Corte d'appello di Genova. La Corte ha ritenuto fondata la domanda della coppia di uomini, stante l'automatico riconoscimento della sentenza straniera che in questi casi è previsto dalla normativa di diritto internazionale privato.
Ancora una volta, dunque, è la legge a stabilire che i diritti dei bambini non possono essere messi in discussione dal fondamentalista di turno. Afdinolfi potrà anche sbraitare come in indemoniato che lui "difenderebbe" i bambini attraverso una guerriglia populista volta a negare la cittadinanza a quelli che sono nati in un posto a lui sgradito o nel togliere la famiglia a chi è nato da genitori a lui sgraditi. Ma la sua prepotenza resta tale a fronte dell'evidenza di come sia la legge a difendere realmente i bambini dall'aggressione della sua gente o come siano le cause di tribunale a raccontarci che due papà possono essere tali anche senza quei mezzi di procreazione che lui cita ossessivamente solo in virtù di come le statistiche gli suggeriscano che quell'associazione legittimerà la sua omofobia dinnanzi ad un numero maggiore di intolleranti.
Questa volta, però, hanno vinto i diritti dei bambini.