Scandroglio non ha dubbi: gli insulti ai gay sono legittimi, l'omofobia non esiste ed è tutta colpa della Boldrini
Riccardo Cascioli ama andare nelle scuole cattoliche a raccontare a genitori cattolici che i bambini gay sono sbagliati. In quelle occasioni l'integralista si è fatto persino accompagnare da quel Luca Di Tolve che promuove -rigorosamente nel nome di Dio, della Madonna e dell'eroe biblico che fece stuprare le sue figlie- quelle screditatissime teorie di Nicolosi sulla "cura" dell'omosessualità che risultano responsabili della morte di numerosi adolescenti. Eppure Cascioli dice che non ha dubbi: l'omofobia è una balla. Un'invenzione. Non esiste. Sono quei gay immeritevoli di diritti civili a lamentarsi ingiustificatamente mentre il suo giornale se va in giro a raccontare che si tratterebbero di persone demoniache immeritevoli di vita e di diritti civili.
L'affondo è contenuto nell'ennesimo articolo di Tommaso Scandroglio che cita a sproposito l'Oscad come pretesto per negare l'evidenza. Probabilmente spronato dall'articolo pubblicato da Belpietro qualche giorno fa, è con fastidiosa ironia che scrive:
L’omofobia è l’unicorno, il Big foot, il mostro di Loch Ness di cui tutti parlano, ma che nessuno o pochissimi hanno visto. E questi pochissimi non hanno le prove che esistano simili creature. E’ questo il dato che emerge da una recentissima indagine dell’Osservatorio per la sicurezza contro gli atti discriminatori (Oscad) ente istituito presso la Polizia di Stato e l’Arma dei Carabinieri e che quindi risponde al Ministero dell’Interno. Dal primo gennaio ad oggi i casi segnalati di “omo/transfobia” sono solo 13. Sì, avete letto bene: tre-di-ci.
La realtà dei fatti emerge anche solo leggendo il resoconto della seduta della Commissione dell'Oscad riunitasi il 16 maggio 2017, nella quale si spiega che «mentre per i reati a sfondo razziale c’è una norma che prevede la scriminante a sfondo razziale che quindi può emergere, questa non c’è per gli LGBT, per cui se non c’è l’operatore di polizia che, nel momento in cui raccoglie la denuncia, osserva che questa potrebbe essere una denuncia per discriminazione in base all'orientamento sessuale, non c’è un elemento normativo perché non c’è un reato di riferimento sotto cui incasellare. Questo potrebbe essere un elemento, una richiesta da parte nostra».
Ma quell'evidenza viene negata da chi cavalca la disinformazione e la menzogna come strumento di legittimazione dell'odio, quasi già non bastassero i proclami con cui Cascioli provava già a sostenere che la discriminazione sarebbe un "diritto di espressione" o che la difesa dei perseguitati sia un attacco alla "libertà religiosa" di chi cita Dio quale pretesto per ogni più perverso pregiudizio.
L'affondo passa poi a sostenere che la verità ultima sarebbe rappresentata da Carlo Giovanardi. Tra ironia contro le vittime di discriminazione e l'esaltazione di chi ha fatto dell'omofobia uno strumento di guadagno personale, raccontano pure:
L’omofobia perciò dovrebbe essere segnalata a “Chi l’ha visto?”. Eppure proprio il 5 di novembre scorso La Stampa titolava in prima pagina: “Il Parlamento dimentica la legge contro l’omofobia”. Testo di legge voluto da Ivan Scalfarotto, omosessuale dichiarato, e fermo alla Camera dal settembre del 2013, forse proprio perché tutti – anche i simpatizzanti della sessualità arcobaleno – hanno capito che non solo sarebbe una legge inutile, dal momento che non esiste nessuna emergenza “omofobica”, ma pure lesiva della libertà di espressione e di religione.
Marilena Grassadonia, presidente dell’Associazione Famiglie Arcobaleno, ignara delle cifre che l’Oscad avrebbe fornito dietro richiesta dell’on. Carlo Giovanardi di lì a pochi giorni, nell’articolo della Stampa a cui abbiamo prima fatto cenno affermava con invidiabile sicumera: “La legge contro l’omofobia è fondamentale, ogni giorno ci troviamo di fronte a casi di ragazzi e ragazze che hanno difficoltà a raccontare sé stessi. Hanno il diritto di crescere in serenità ma questo Paese non glielo permette. Anzi, gli episodi di omofobia in questi anni sono persino aumentati”. Questo è falso. Infatti non solo i casi di “omofobia” sono meno delle ore di un giorno, come abbiamo visto, ma sono pure in diminuzione. Sempre l’Oscad infatti ci informa che nel 2016 erano 80, contro i 13 di quest’anno. Tra l’altro i numeri sono così esigui che basta una scazzottata ad un gay pride qualsiasi per far impennare il numero totale di casi di “omofobia”.
La dichiarazione pare assolutamente falsa, dato che l'Oscad registra reati e non certo scazzottate (peraltro mai registrate checché ne dica l'integralismo). Ed è scorretto anche chiedere che la depenalizzazione di un reato possa essere giustificata nel nome di come i reati non siano classificati come tali perché manca una legge.
L'articolo continua a cadere sempre più in basso e tenta di sostenere che la calunnia e la diffamazione possano essere ritenute tali se rivolti ad un gay. Scrivono:
Se poi andiamo a vedere il trend nell’arco degli anni scopriamo che lo scenario è il medesimo: solo 149 segnalazioni aventi possibile rilievo penale tra il 2010 e il 2017. Tra cui 110 casi in cui la segnalazione riguarderebbe ingiurie, diffamazione e calunnie (nel report dell’Oscad questi reati possono accompagnarsi ad altri reati). E’ facile supporre che in alcuni, pochi, molti, non si sa quanti casi il presunto calunniatore in realtà abbia espresso un proprio legittimo pensiero, ma che alle orecchie della persona omosessuale sia parso invece come una vera e propria offesa.
Per la serie: voi non potete dire nulla contro Cascioli o Scandroglio, ma loro devono poter dire che voi siete esseri demoniaci e che meritano la morte. Se poi vi offendete, diranno che hanno il pieno diritto di dirlo perché si premurano di citare il nome di Dio invano prima di qualunque affondo contro il creato.
Se pensate si sia già toccato il fondo, Scandroglio potrà stupirvi con il suo sostenere che la violenza religiosa registrato dalla polizia non sarebbe dettata dall'odio contro gli islamici creato dai partiti di destra, ma si tratterebbe di un odio contro quei poveri cristiani che non possono manco sbraitare per le piazze quanto odiano i gay, gli islamici, gli ebrei, le femmine non sottomesse all'uomo o le turiste americane che osano denunciare gli stupri subiti. Scrivono:
E’ poi interessante vedere come si suddivide la torta delle discriminazioni a seconda delle motivazioni. I reati a sfondo discriminatorio, segnalati sempre tra il 2010 e il 2017, sono nel 60% dei casi attribuibili a motivazioni legati all’etnia e alla razza, nel 18% dei casi a motivi di carattere religioso, solo nel 13,5% dei casi il motivo concerne l’orientamento sessuale, per arrivare all’1% dei casi in cui la discriminazione riguarda la cosiddetta “identità di genere”, cioè segnalazioni giunte da persone transessuali. Quindi i veri discriminati, dopo le persone non di razza caucasica, sono i credenti. Più discriminati loro che i gay e i trans. Eppure nella vulgata corrente le parti sono invertite: il cattolico è il carnefice e la vittima è l’omosessuale. Potenza dell’ideologia.
L'ode all'odio omofobico prosegue poi con una serie di pensieri a dir poco ridicoli. Spergiurano che i gay non abbiano nulla da temere nel dichiararsi tali (anche se è proprio Cascioli ad aizzare le loro famiglie contro gli adolescenti) o che l'Oscad raccoglierebbe anche le notizie dei giornali (ovviamente falso). Il tutto al solo fine di attaccare quella Boldrini che non piace a Salvini:
I numeri delle segnalazioni, il cui conto sta su tre mani, comprova inoltre che l’omofobia – termine fantastico più che fantasioso – non c’entra nulla, bensì il fenomeno dilagante è il suo esatto opposto: il panico per chi non è gay friendly e l’odio ideologico per la sua persona.
Si obietterà: le segnalazioni sono poche perché pochi hanno il coraggio di denunciare. Risposta. In primo luogo è una supposizione, occorrerebbe fornire le prove. In secondo luogo viviamo in un ambiente culturale così prepotentemente a favore della cultura omosessualista che l’outing è ormai diventato quasi obbligatorio. Appena c’è solo il più lontano sospetto che Tizio sia stato discriminato perché gay ecco che corrono in suo soccorso i giornali, politici, ministri, sacerdoti, vescovi e autorità locali (ma prima di tutti arriva Laura Boldrini). Tutto concorre a creare un clima di accoglienza per eventuali segnalazioni. In terzo luogo, ed è l’aspetto più importante, chi segnala può richiedere l’anonimato e quindi cosa dovrebbe temere?
Non manca il sostenere che la violenza sui gay sarebbe colpa dei gay, ossessivamente proposti al lettori de la Nuova Bussola Quotidiana come animali:
Infine c’è da domandarsi: quale è l’identikit del vero discriminatore? Sorpresa: la persona omosessuale e transessuale. Il blog Gender Watch News della Bussola scriveva proprio il 30 ottobre scorso: “David Island e Patrick Letellier, due attivisti gay, hanno scritto un libro dal titolo ‘Uomini che picchiano uomini che li amano’. E’ uscito un quadro delle violenze alle persone omosessuali che confuta il politicamente corretto. Risulta infatti che nel 99,7% dei casi di violenza su omosessuali il colpevole sia un’altra persona omosessuale. Le lesbiche subiscono violenza da altre donne lesbiche 44 volte di più delle donne sposate eterosessuali, i gay 300 volte di più”.
Chissà, stando all'analisi delle violenze domestiche, forse potremmo presumere che anche nel 99,7% dei casi di violenza su eterosessuali il colpevole sia un’altra persona eterosessuale... Peccato che la loro tesi sia assolutamente strumentale e ideologica, volta solo a potersi auto-assolver dalle loro responsabilità nell'assesire:
In sintesi, l’ “omofobia” come fenomeno sociale non esiste, esistono solo sporadici casi in costante diminuzione e in questi casi colui che ingiustamente discrimina il più delle volte è una persona omosessuale o transessuale. Il resto sono solo chiacchiere.
E se davvero fossero solo chiacchiere, perché Cascioli pare disposto a tutto pur di impedire che le aggravanti oggi previste per i reati a sfondo religioso non possano essere estese anche ai reati a sfondo omofobico? Se davvero si dice certo che non esitano casi e che ogni violenza registrata sia legittima, non dovrebbe tremare all'idea che si punisca un qualcosa che lui spergiura non esista.