Sri Sri Ravi Shankar fa un mezzo passo avanti contro la criminalizzazione dei gay in India


Secondo Forbes Magazine, Sri Sri Ravi Shankar è il quinto leader più potente dell'India. Per questo motivo appare molto grave che l'uomo si sia lanciato nel sostenere che l'omosessualità sarebbe una «tendenza temporanea» mentre si trovava all'università Jawaharlal Nehru di Delhi.
Uno studente gay gli ha domandato in che modo potesse affrontare gli abusi omofobici dei suoi amici e della famiglia e il il leader religioso ha esordito dicendo: «Non importa come gli altri ti trattano. Non pensare di essere malato o che qualcosa non vada in te». Ma è dopo quella condivisibile premessa che Shankar ha aggiunto: «Questa è la tua tendenza adesso... riconoscila, accettala e sappia che questa tendenza non è una cosa permanente. Può cambiare. Ho visto molti uomini che erano gay che si sono trasformati in eterosessuali, e ci sono quelli che sono normali, che sono chiamati persone eterosessuali, finiscono per essere gay più tardi nella vita».
E se appare grave che il termine «normale» venga utilizzato in opposizione a quello che è una naturale variante dell'orientamento sessuale, la posizione del religioso appare comunque più aperta di altre in uno stato in cui l'omosessualità viene ritenute illegale per effetto della sezione 377 del codice penale, introdotta sotto il dominio coloniale britannico. Circa 1.500 persone sono state arrestate nel 2015 nel nome di quella norma e quasi la metà degli adolescenti transessuali subiscono violenza prima della transizione.

Eppure fa riflettere come la vita di migliaia di persone debba essere condizionata dalle parole pronunciate da personaggi che ostentano la loro ignoranza sul tema. C'è un Shankar che pensa che l'omosessualità sia temporanea e quelle parole hanno effetto. C'è un Gianfranco Amato a cui piace portare a letto donne ed organizza convegni per sostener che chi ha un'identità sessuale diversa dalla sua deve essere emarginato, escluso dalla vita sociale e confinato in un limbo senza diritti (ovviamente con l'obbligo di piagare tasse che possano conferire pieni diritti a lui, quale cavaliere dell'ordine equestre del Santo Sepolcro che deve pagare una retta al Vaticano se vuole continuare a ricevere il saluto d'onore della guardia svizzera). Oppure c'è quell'Adoinolfi che basa le sue mire politiche nell'andare nelle piazze a presentare un Luca Di Tolve che promette ai genitori bigotti che potranno "curare" i loro figli qualora la natura non li abbia creati secondo i loro desideri. Insomma, per citare una frase tanto cara ai cattotalebani e alle destre neofasciste, c'è bisogno di sfoderare spade per sostenere che 2+2 fa quattro o che le foglie sono verdi d'estate, ma dato che c'è un Amato che sbraita come un ossesso che il colore delle foglie deve essere omologato e valutato sulla base dei suoi pruriti sessuali o un qualche Brandi che va in giro a dire che l'acero sbaglia ad avere le foglie rosse e che ogni buon cristiano ha il dovere di dire all'acero che se la betulla è verde, allora significa inequivocabilmente che Dio disprezza quella natura, ecco che entriamo nel surreale mondo in cui la vita e la dignità umana vengono condizionate dal grado di ignoranza espressa dai leader religiosi e il grado di ignoranza dei loro uditori.
Siamo dinnanzi ad una surreale una negazione di come buonsenso inviterebbe a non condizionare o influenzare dibattiti pubblici su tematiche che si conoscono solo per sentito dire o che si basano sul mero pregiudizio. Il tutto in un clima in cui chi elargisce quelle condanne è lo stesso che poi pretende che nessuno possa entrare nel merito delle loro scelte. Ad esempio Adinolfi ha potuto sposare chi voleva, ha potuto divorziare come preferiva e ha potuto ingravidare una seconda moglie sposata in un casinò di Las Vegas. E mentre lui esige che nessuno possa dire nulla di scelte che contraddicono la quasi totalità dei dogmi che vorrebbe imporre agli altri, lui pretende pure di poter mettere becco nell'altrui vita, chiedendo che agli  prossimo sia impedito di poter sposare la persona amata in virtù di come quel diritto non sia direttamente a suo vantaggio. Ed è da quella premessa che parte la promozione di una propaganda basata nell'attribuire a forza parole o teorie mai pronunciate alle vittime delle sua persecuzione, sulla promozione di pregiudizi e sulla falsificazione della natura pur di compiacere chiunque si senta nel diritto di poter sostenere che non possa esserci alcun dubbio sul fatto che loro siano la massima espressione della creazione di Dio, metro unico e ultimo con cui giudicare quanto gli altri siano peggiori ed immeritevoli di pari dignità.
Ed intanto c'è chi viene perseguitato, arrestato, aggredito o ucciso per colpa di questi personaggi, mera e inevitabile conseguenza di chi si crede tuttologo e chi pensa che gli altri debbano poter essere condannati senza che si prendano in esame le loro esperienze di vita o le loro storie.
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