Usa. Il senatore omofobo che voleva i gay in carcere ha abusato di una 14enne
Era diventato il leader dei cattolici integralisti, venerato come una nuova divinità dai seguaci di Adinolfi e di Brandi in virtù della sua resistenza all'applicazione delle leggi statunitense che garantivano il diritto al matrimonio ai gay. Ma ora il repubblicano Roy Moore dovrà rispondere dell'accusa di aver abusato sessualmente di una ragazzina di 14 anni. I fatti risalirebbero al 1979, quando il repubblicano aveva 32 anni ed era assistente del procuratore distrettuale.
Il giudice che in più occasioni ha chiesto la criminalizzazione dell'omosessualità, avrebbe incontrato la ragazza fuori da un tribunale dell’Alabama. Dopo averle chiesto il numero di telefono, l'avrebbe incontrata e portata in dei boschi a trenta minuti da casa sua. In un secondo incontro, si sarebbe spogliato e le avrebbe chiesto di toccare il suo pene in erezione dopo averla palpeggiata su seni e genitali.
La donna ha raccontato di aver parlato solo ora perché «Quello che so è che non posso permettere che questa cosa continui, consentirgli di continuare senza che la maschera venga tolta». Ma a riprova di quella versione sarebbero giunte le testimonianze di altre tre donne che affermano di essere state molestate da Moore quando ancora minorenni.