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Diecimila chilometri a piedi per sfuggire dall'omofobia

«Lo hanno quasi ammazzato». È quanto constatato da Mauro Romualdo, il medico napoletano che fa volontariato presso uno sportello di assistenza per i migranti e che ha certificato i segni sul corpo di un ragazzo in fuga dal Mali. A ridurlo in quello stato sono stati suo padre e suo fratello, arrivati a massacrarlo con un bastone di ferro solamente perché aveva fatto coming out in famiglia.
Anche se aveva un compagno che amava, all'allora 18enne non è rimasta altra scelta se non quella di abbandonare tutto e scappare. Ma dato che non aveva soldi, è dovuto fuggire a piedi ed ha percorso con le sue gambe più di diecimila chilometri per arrivare in Italia. Il suo viaggio è durato più di un anno e mezzo, passando per la Tunisia, i Balcani e la Slovenia sino a giungere in Campania.
Il ragazzo racconta che il ricordo più indelebile della vicenda è proprio l'omofobia. Spiega che non potrà mai cancellare il dolore di aver visto suo padre, sino ad allora sempre amorevole nei suoi confronti, capace di diventare all'improvviso così violento.


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