Dopo 10 mesi, il sindaco di Perugia trascrive parzialmente l'atto di nascita del piccolo Joan. La battaglia proseguirà in tribunale
Dopo oltre 10 mesi, finalmente il piccolo Joanha iniziato ad esistere anche per il Comune di Perugia e per l'Italia. Figlio di due donne perugine residenti in Spagna, il minore si è visto negare per la trascrizione del suo atto di nascita da parte del sindaco di Perugia (Forza Italia) che lo ha lasciato di fatto apolide in Spagna, senza documenti e cittadinanza.
«Il sindaco Romizi -commenta Stefano Bucaioni, presidente di Omphalos- ha trascinato in maniera arrogante l'istituzione comunale in un'assurda e medievale battaglia ideologica ai danni di una famiglia omogenitoriale per compiacere le frange più integraliste e retrograde della sua parte politica. A quanto riporta la stampa, il sindaco Romizi ha finalmente dovuto cedere di fronte all'indignazione di ampia parte della società civile e alla mobilitazione di Omphalos e delle altre associazioni e fare definitivamente un passo indietro. La trascrizione parziale è un dietrofront che arriva in maniera tardiva e insufficiente. Se confermata, questa sarebbe una grave ammissione di responsabilità da parte del primo cittadino: le norme che consentono la trascrizione dell'atto di nascita andavano applicate dieci mesi fa. Il rifiuto di riconoscere la nascita del piccolo, arrivato nel giugno scorso, è stato un atto gravemente discriminatorio oltre che crudele dal momento che ha causato gravi difficoltà al piccolo e alla sua famiglia».
Lo scorso settembre il sindaco Romizi è stato sollecitato ad annullare il rigetto e a trascrivere integralmente l'atto da un ordine del giorno del Consiglio Comunale di Perugia approvato anche con i voti del suo partito e della sua maggioranza.
«Il sindaco non ha mai voluto ascoltare nemmeno il Consiglio Comunale -prosegue Bucaioni- ma ora che Perugia è finita sulle prime pagine dei quotidiani nazionali il primo cittadino ha cambiato idea per mero e cinico opportunismo politico. La trascrizione parziale è però totalmente insufficiente: oltre al danno di aver bloccato illegalmente senza diritti Joan e la sua famiglia in Spagna per più di dieci mesi, arriva anche la beffa perché nella trascrizione di oggi Romizi ha deciso di cancellare una delle due madri. L'azione legale già intrapresa nel giugno scorso proseguirà per porre rimedio a questa odiosa ingiustizia e per tutelare l'interesse di Joan a vedersi riconosciute entrambe le madri».
«Piccoli e grandi comuni in Italia trascrivono integralmente atti di nascita di bambini nati in famiglie omogenitoriali -conclude Bucaioni- e Perugia non merita di essere additata a livello nazionale come città retrograda e incapace di tutelare i diritti fondamentali di un bambino. Il sindaco Romizi si è rivelato inadatto a governare questa città e farebbe bene a dimettersi. Quando Joan verrà a Perugia con le sue mamme la città, che è molto più avanti del suo primo cittadino, lo accoglierà a braccia aperte».