Quelle accuse che negano la realtà e creano odio sociale

Il 2017 è stato caratterizzato da costanti attacchi ai gay quale parte di una massiccia campagna di demonizzazione orchestrata dall'integralismo cattolico. Hanno raccontato che i gay sarebbero dei pedofili che si nutrirebbero di escrementi umani. Hanno fomentato isterie spergiurando che siano come nazisti che vogliono imporre la loro presenza anche a chi non li vuole. Li hanno definiti "malati" e hanno spergiurato che la loro vita sia una minaccia alla salute pubblica degli eterosessuali.
A tutto questo si aggiunge ora anche l'accusa di omicidio. Un'accusa gravissima che alcuni giornalisti stanno lanciando sulla base di quella che potrebbe essere la loro convenienza politica nell'incolpare qualcuno di aver ammazzato un'attrice pornografica che intratteneva tanti loro lettori.
Se l'Indipendent o il Daily Mail ci informano che August Ames era stata stuprata, era tossicodipendente, era bipolare e aveva gravi problemi di salute mentale, il Secolo XIX preferisce raccontare che «si è tolta la vita perché accusata di omofobia su Twitter». Va ancor peggio sull'organo di stampa ufficiale del partito di Giorgia Meloni, pronto a tirare in ballo fantomatiche «lobby gay», o su Il Foglio in cui si asserisce che non vi sarebbe alcun dubbio sul fatto che «la responsabilità» di quel suicidio sia di chi non ha taciuto mentre la donna denigrava pubblicamente un collega.
La ragazza andò sui social network a raccontare di non voler «girare scene con ragazzi provenienti dalle pellicole gay, per sicurezza. Non voglio mettere a rischio il mio corpo, non so cosa facciano nella loro vita privata». E se di certo non poteva sapere neppure che cosa facessero nella loro vita privata gli attori etero cui cui lei recitava senza far indossare loro alcun preservativo, è sulla base del suo pregiudizio chiese che il ragazzo fosse licenziato e si lanciò pure in un appello perché nessun'altra attrice accettasse di lavorare con lui per sostituirla nella scena.
Nella versione proposta da Il Foglio si sostiene che la povera ragazza non dovesse subire ripercussioni lavorative per le sue affermazioni omofobe, anche se non chiariscono perché mai venga implicitamente sottinteso che l'attore bisessuale meritasse ripercussioni lavorative e danni economici solo perché in passato aveva preso parte ad un film gay e perché la ragazza si diceva convinta che il suo certificato medico valesse meno di quello di un eterosessuale. Un po' come si sostenesse che nessuno doveva osare criticare la De Lellis per il suo dirsi convinta che sia pericoloso bere dal bicchiere di un gay o che un attore a cui non piace una sceneggiatura possa pretendere che il film sia riscritto in modo da non essere sostituito in un ruolo che si è rifiutato di interpretare.
Tanto basta ad osservare come si sia dinnanzi a chi chiede che pregiudizio abbia il sopravvento sulla ragione grazie alla strumentalizzazione di un suicidio che ben si presta a sdoganare l'intolleranza. Una pretesa che ben si inserisce nel filone politico di quotidiani che sono in prima fila nell'auspicare che la Corte Suprema statunitense possa sancire che la discriminazione sia sempre lecita se commessa nel nome di una religione, magari alternando quelle richieste con un susseguirsi di assoluzioni versoi quell'omofobia che loro raccontano debba essere intesa come «un'opinione». Dicono sia lecito un adolescente gay e gridargli in faccia che lo si reputa sbagliato, innaturale ed immeritevole di pari dignità. Se poi quel ragazzo si suicida, dicono che non vi siano sufficienti certezze sui legami tra quei proclami e le loro conseguenze... ma se una ragazza con numerosi problemi ha reagito male dinnanzi a delle lecite critiche, allora diventa possibile lanciare accuse sommarie contro chi non ha taciuto dinnanzi ai suoi attacchi.
E chissà dov'erano quei giornalisti quando Wilfried Knight si tolse la vita ad una settimana di distanza dal marito perché l'anti-immigrazione lo separò dal suo unico amore in virtù di come gli Stati Uniti riconoscessero il ricongiungimento familiare alle sole famiglie eterosessuali. In quel caso non parlarono di omicidio, preferendo lodare quel Trump che sapeva come sbarazzarsi di immigranti assai sgraditi a Salvini e a Forza Nuova.


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