Amato ospite della parrocchia di Foggia: «Noi in una guerra santa per impedire che gli uomini possano accopparsi con uomini»
Ospite della Parrocchia Gesù e Maria di Foggia, Gianfranco Amato ha fatto sfoggio della sua ostentata omofobia davanti ad una platea di adepti immolati all'ideologia xenomofoba di Mario Adinolfi.
Intenzionato a sfruttare dei luoghi di culto per la promozione del suo partito, Amato ha esordito raccontando ai presenti che «il nostro progetto non è portare quattro amici in Parlamento. Silvio Berlusconi tramite Gianni Letta ci aveva contattato dopo il Family Day e ci aveva offerti tre posti blindati, due uomini e una donna. Ma noi non siamo disposti a venderci per tre squallide poltrone». E se in realtà il suo progetto politico appare assai più mefistofelico dato che il suo obiettivo è quello di avere una minoranza che possa imporsi in maniera dittatoriale sul Paese quale ago della bilancia a cui tutti gli schieramenti dovrebbero fare il filo per poter approvare o affissare ogni singola legge (questo, perlomeno, è quanto dichiara Adinolfi quando dice di puntare ad un milione di voti), l'ultra-integralista non si è risparmiato dal suo solito show sulla necessità di reintrodurre distinguo di stampo fascista nella discriminazione delle famiglie a lui sgradite.
«Attenti che tutto può diventare famiglia, se mettiamo al centro il sentimento. Si può arrivare al matrimonio multiplo come ha teorizzato Carlo Martelli del M5S. Dopo i gay arriveranno anche le unioni incestuose», ha sbraitato. «Se l’unica cosa che conta è il sentimento, la famiglia potrà avere sempre nuovi formati come nella pubblicità della centrale del latte di Brescia».
Si parla dunque delle sue solite slide decontestualizzate, volte a sostenere che Dio odia l'amore e che lui deterrebbe il diritto di stabilire quali vite dovrebbero essere ritenute "sbagliate" perché non conformi ad indicare in lui e nelle sue fantasie sessuali la massima espressione del modello "ariano".
In quel misto di misticismo e di fanatismo religioso in cui l'autoproclamato "generale" si pone come un condottiero che guiderà una crociata violenta contro la libertà personale altrui, l'uomo ha aggiunto: «Il Popolo della Famiglia deve fermare questo abominio. Se qualcuno non si attesta questa battaglia, il nucleo della famiglia naturale, prima cellula della società, crollerà. Non dobbiamo avere paura di passare come bigotti. Non c’è destra e sinistra che tenga». Ed è palesando le sue mire di potere che ha aggiunto: «Il 3 per cento non è impossibile, ma nascerà un progetto. Thomas Elliott diceva in luoghi abbandonati noi costruiremo con pietra nuove».
Nell'occasione l'omo ha anche illustrato l'inesistente programma politico suo partito. Al di là della solita promessa riguardante una improbabile abolizione delle unioni civili (riconosciute dalla Costituzione e della Corte Costituzionale, quindi non certo smantellatili sulla base dei suoi pregiudizi), l'uomo promette anche un contrasto alla dignità dei bambini non cristiani e l'obbligo di chiusura dimenticale per i centri commerciali in modo che si possa andare a messa.
Puro populismo, dunque, spesso a danno di altri. Si pensi anche solo all'ultima proposta: nell'ottica di un centro commerciale medio con 130 negozi ed un'orario di apertura 9-21, se sottostimato personale a due commessi per negozio, otterremmo la cancellazione di ben 12.480 ore lavorative mensili. Quindi potranno anche farsi belli dicendo che doneranno più tempo per la famiglia, ma per qualcuno il tempo libero potrebbe diventare troppo a fronte dei licenziamenti che il loro provvedimento imporrebbe.
In un partito in cui a decidere la religione sono solo avvocati specializzati in cavilli, il suo candidato Giovanni Pio De Giovanni ha raccontato ai presenti: «In Italia la parola omosessuale non si può più pronunciare. Invidio Trump perché può dire: che Dio protegga l’America. Ci sono delle cose che non mutano mai: l’essere umano non può essere rottamato. Meglio non distinguere più tra uomini e donne, lasciamo che crescano barbari. Lasciamoli liberi di accoppiarsi con tutti. Sono orgoglioso di spendermi per questa battaglia santa. Sì Santa, usiamo le parole giuste. Il mio impegno prescinde dal risultato. Ho una certezza soltanto: raccoglierò la gratitudine dei miei figli».
Chissà se è davvero convinto che i suoi figli lo ringrazieranno per essersi speso contro il diritto di amare e in un'ottica finalizzata ad impedire che si possa avere una religione diversa dalla sua, un pensiero diverso dal suo e una sessualità diversa dalla sua. Di fatto i suoi figli sono i primi che rischiano di subire il volere di un padre che ha già deciso che il maschio dovrà ingravidare una femmina e la femmina dovrà produrre bambini da opporre a chi ha una religione diversa. Il resto non conta, lo scopo è un amore ch elui chiama «accoppiamento».