Andrea Donnini sull'emittente dei cristiani evangelici: «Io liberato dalla schiavitù omosessuale»
TeleOltre è un'emittente degli evangelici pentecostali che trasmette in Lazio sul canale 670 del digitale terrestre. La sua programmazione alterna rosari al sostenere che l'omosessualità sia una incarnazione del male.
A proporre in rete il video in questione è tal "fratello Salvatore", un uomo capace di introdurre la storia di un sedicente "ex-omosessuale" con il suo affermare: «Per tutti gli omosessuali che si vogliono liberare da questa brutta schiavitù! Andrea Donnini testimonia che chiunque accetta Gesù Cristo è salvato e viene liberato da ogni male. Lui è stato liberato dalla schiavitù omosessuale! Guardatelo, è veramente forte!». Immancabile è chi gli risponde: «Bravissimo fratello Salvatore, io ho pregato». «Gloria a Dio, preghiamo nella speranza che tutti i sodomiti e omosessuali siano ricondotti al Signore e abbandonino questo peccato! Pace Salvatore!».
Siamo dunque dinnanzi a personaggi che vogliono credere in ciò che legittima il pregiudizio, cercando ansiosamente di "giustificare" il loro ritenere che, da eterosessuali, saprebbero bene che i gay sbagliano a non essere tali e quali a loro. Un po' come quando è nel nome di Dio che si trucidavano gli indiani perché avevano la pelle diversa, si cercava di "curare" i mancini perché scrivevano con l'altra mano o si imponeva la schiavitù alle persone di colore perché non erano bianche: da sempre c'è chi vede nella diversità una minaccia ed è pronto a strumentalizzare la religione pur di sostenere che chi non è come loro debba essere ritenuto sbagliato, una minaccia al loro reputarsi i più meritevoli tra i meritevoli.
Se gli integralisti cattolici sostenono che i gay sbaglino ad essere gay in nome di quel Luca Di Tolve che ha fatto del pregiudizio la sua unica fonte di reddito, gli evangelici hanno Andrea Donnini. Si tratta di un loro sedicente ex-gay che va in giro di chiesa in chiesa a raccontare un copione su quella che lui sostiene sarebbe stata la sua presunta "guarigione" dall'omosessualità.
Facendola breve (qui trovate una trattazione più precisa delle sue incongruenze), Donnini racconta che a sei mesi gli venne l'asma e che i medici, maghi e fattucchieri non riuscirono a curagliela sino a quando un evangelico non lo guarì all'età di 11 anni semplicemente dicendo una preghiera.
A quel punto il copione prevede che inizi a dire che il padre gli urlava dietro perché non era abbastanza virile quando correva, così come la madre si sarebbe lamentata di come lui non avesse atteggiamenti abbastanza maschili. Ai presenti ama dire che lui sarebbe stato omosessuale, anche se il suo asserire che «avevo un corpo da uomo ma dentro mi sentito una bambina» ci lascerebbe intendere che si sarebbe dovuto trattare di un transessuale. Chissà quindi perché mai si definisca in un modo così inesatto, vorrà mica cavalcare i pregiudizi di chi pensa che i gay siano donne mancate?
Fatto sta che se Di Tolve racconta falsamente di essere stato Mr Gay Italia, Andrea Donnini preferisce spacciarsi per una drag queen che guadagnava migliaia di dollari all'ora. «Mi proposero di fare la drag queen. Sono uomini che si vestono da donna e fanno degli spettacoli. Io non volevo accettare perché c'erano problemi a casa, c'erano urla, c'era mia madre che piangeva, mio padre che mi supplicava di tornare a quel Dio che avevo conosciuto. Ma Dio non faceva più parte della mia vita [...] Arrivavo a fare anche 1.300 euro per un'ora di spettacolo. Ero richiestissimo».
Tralasciando in fatto che anche alcuni uomini eterosessuali si divertono a fare le drag queen, il suo racconto non pare molto congruente nel dire che guadagnava migliaia di euro anche se poi si sarebbe messo a distribuire volantini per racimolare un qualche spicciolo. Dice anche che sarebbe stato intenzionato a farsi operare per diventare donna, ulteriore conferma di come si sarebbe trattato di una transessuale e non di un omosessuale.
Dice: «Feci un biglietto di sola andata per la Spagna e nel frattempo feci volantinaggio per accumulare un po' di soldi. Una mattina, nella buca in cui si mettono i volantini, vidi un foglio bianco di calendario. Mi colpì la data che c'era scritta in quel foglietto, la stessa della partenza. Io lo presi e iniziai a leggere e c'era la storia di Giona. Volevo pregare Dio ma pensavo non potessi ripresentarmi a lui dopo tutto quello che avevo fatto. Una sera mi ritrovai in ginocchio davanti al mio letto e chiedi a Dio cosa dovevo fare. Gli chiesi se potevo tornare a lui dopo tutto quello che avevo fatto. Ancora una volta la misericordia di Dio scese su quella stanza: sognai che ero in una strada stretta e avevo un indirizzo nelle mani e c'era un uomo sopra una grande roccia. Più mi avvicinavo a lui, più sentivo pace. Gli chiesi: "Susi, lei sa dov'è quest'indirizzo?". Lui si alza, mi poggia la mano e mi dice: "Andiamo, è tempo di tornare a casa". Ho afferrato quella mano e non l'ho lasciata mai più».
Dalla sua pagina Facebook precisa: «Dio nella sua immensa grazia mi ha ricondotto a Lui, dicendomi con amore che dovevo ravvedermi e rinunciare al peccato o sarei andato all'inferno. Il Suo amore mi ha invaso e trasformato. Nel giro di pochi mesi ogni desiderio omosessuale, la dipendenza alla pornografia ed alla masturbazione, l'odio ed il rancore verso le persone sono stati spazzati vai. Solo Gesù Cristo, unico e vero Dio, è capace di tutto questo».
È invece sulla pagina web della sua società di fantomatici "ex-gay" che il cristiano evangelico dedica un'intera sezione al suo sostenere che l'unico messaggio che valga a pena recepire dalla Bibbia sia una non meglio precisata condanna dell'omosessualità. E se ci tiene molto a mostrare che anche in greco il Levitico usa il termine «abominio», anche se poi non cita il seguito del capoverso per non sottolineare come il medesimo termine venga usato anche per etichettare chi mangia crostacei o chi toglie la carcassa di un animale morto dal balcone al posto di lasciarla marcire a terra.
Immancabile sono anche gli abiti di scena: un vistoso crocefisso al collo per far leva sul presunto sentimento religioso dei presenti e l'immancabile fede in oro giallo al dito per ostentare come lui abbia una moglie. Elementi indispensabili per sostenere che l'eterosessualità sarebbe la massima priorità di quella sua strana divinità che indicherebbe nell'amore una fonte preoccupazione, mostrandosi conseguentemente indifferente all'odio, ai venti di guerra o al disprezzo di gente che si sentirà serena ad elargire condanne morali dopo essere stata armata da una storiella perlopiù contraddittoria.
Il signor Andrea Donnini dice chge adesso gli piace la patata? Se davvero ciò lo rende felice, buon per lui. Ma non si capisce davvero in che modo le sue voglie sessuali dovrebbero legittimarlo a sostenere che gli altri siano un'incarnazione del male. E chissà, dato che lui sostiene di aver ricevuto già due miracoli, non è detto che Dio non possa concedergliene un terzo e lo possa finalmente liberare dalla sua omofobia.
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