Provita insiste: la menzogna propagandistica è diritto di opinione


L'ideologia di Toni Brandi è molto chiara. In compagnia del suo amico Gianfranco Amato ha cercato per anni di denunciare e usare le vie giudiziarie come strumento di intimidazione che potesse far chiudere la bocca a chiunque osasse aver opinioni diverse dalle sue. Il loro piano è fallito dopo che magistrati hanno praticamente rigettato la totalità delle loro pretese.
A quel punto hanno pensato una nuova strategia, iniziando ad indottrinare i loro proseliti all'idea che non è vero che tutte le persone devono essere uguali dinnanzi alla legge. La teoria di Brandi è che sia fondamentale mettere in carcere chiunque osi offenderlo, ma lui deve poter deliberatamente e liberamente poter offendere gli altri in virtù di come si percepisca come parte di una "razza" superiore.

In quell'ottica di creazione di isteria, è la sua organizzazione a pubblicare agghiaccianti articoli in cui sostiene che i diritti altrui siano una minacci alla "libertà" di chi vorrebbe calpestare i più basilari diritti umani. Inserendo l'immagine di una persona imbavagliata da una bandiera arcobaleno a dipingere quei poveri integralisti che manco possono insultare e denigrare liberamente i gay, l'organizzazione di estrema destra asserisce:

La censura della libera espressione del pensiero è necessaria allo stato totalitario per diventare padrone assoluto dell’opinione pubblica. Come Emmanuel Macron, in Francia, che sta mettendo in atto una politica che mina la libertà delle persone.

Caso vuole che i riferimenti politici di Provita mirino sempre a creare odio contro le sinistre, senza mai vedere problemi in un Putin che ha abolito la libertà di stampa o in un Trump che nega l'accesso all'assistenza pubblica per i bambini ma poi dice di non volere l'aborto. Il fine è l'uso della credulità religiosa come lasciapassare per una propaganda politica vantaggio dei regimi che auspicano e che probabilmente finanziano pure le loro attività.

Il tema che ossessiona l'organizzazione di Brandi è il timore che si possa porre fine al fenomeno della fake-news, ossia a quelle notizie false che vengono confezionate per creare odio nella popolazione a danno di interi gruppi sociali. L'organizzazione lamenta che:

Dopo aver diretto il suo augurio alla stampa, Emmanuel Macron ha annunciato la sua intenzione di legiferare sulle “fake news“, le false notizie, da cui una certa politica pretende di farci credere che sia derivata l’elezione di Donald Trump. La realtà ci mostra come nessuno sia in grado di provare che quelle “false notizie” abbiano sostanzialmente cambiato la campagna elettorale americana.
È perciò paradossale voler pretendere di assicurare la verità delle informazioni appoggiandosi solamente su semplici notizie senza alcun fondamento scientifico.Ma la cosa più grave è che Macron (come molti altri politici nostrani e non, ndR), pretende di essere lui a definire ciò che è vero e ciò che è falso, e di imporre ai francesi la sua visione delle cose.

Al solito si cerca di sostenere che si debba temere che qualcuno possa censurare non si sa cosa. Anche perché la verità della cronaca dovrebbe essere è oggettiva e non soggettiva come sostengono i gruppi di estrema destra: se su Facebook spopolano i post in cui si sostiene che un immigrato abbia commesso un qualche crimine, non serve molto a capire se quel fatto sia davvero accaduto o se si tratta di una bufala montata per alimentare l'odio contro i migranti a beneficio dei gruppi neonazisti che vivono di slogan razzisti.

Prendendo le difese dei gruppi politici più estremisti e neonazisti, l'articolo aggiunge:

Emmanuel Macron sembra, invece, ispirarsi al modello della legge tedesca nella quale, per evitare le “false notizie”, si può essere puniti con un’ammenda di 50 milioni di euro. Tutto ciò ha fatto sì che Facebook e Twitter abbiano soppresso preventivamente tutti i contenuti che potrebbero essere ritenuti “controversi”.
Questo spiega perché il giornale satirico tedesco Titanic abbia visto sospeso il suo profilo Twitter per “razzismo”, per aver parodiato la dirigente dell’AfD, Beatrix von Storch.
Davvero un immenso progresso per la libertà d’espressione! (Il fatto è che questo “immenso progresso” è purtroppo in espansione, Ndt).
Grazie al progetto macroniano, si potranno censurare, non solamente tutti i media dissidenti, ma anche tutti quelli che non saranno politicamente corretti. In altre parole in nome della libertà di stampa Emmanuel Macron pretende il diritto di censura!

Ed è sempre lì che si va a parare: come potranno fatturare sull'odio se non potranno creare isterie attraverso menzogne e bugie? L'organizzazione si lancia così nel suo lamentare che l'Europa non garantisca il diritto alla menzogna quale strumento di promozione dell'odio, sostenendo che:

Sappiamo che più di 100 anni fa anche Robert Benson, nel suo romanzo Il padrone del mondo, parlava della “nuova religione umanitaria”, coi suoi dogmi, i suoi “chierici”, le sue liturgie, le sue censure rieducative. Cose già viste del resto nei sanguinosi e liberticidi totalitarismi del passato. Ma è questa l’Europa che vogliono? 

In altre parole. se Brandi vuole creare odio contro i gay, deve poter dire che sono malati. Se vuole creare odio contro i migranti, deve poter spergiurare che è Dio ad odiarli. Ed è ignorando del tutto il diritto delle vittime ad essere difese dalla menzogna e dalla diffamazione che sentenzia:

A noi spetta il compito di preservare quel poco di libertà che ci rimane. E rinserrare le fila è una delle principali garanzie per la nostra libertà. Tutto ciò, del resto, è una spiegazione di come le oligarchie siano all’attacco.

In tutto ciò non è chiaro che cosa c'entri la bandiera arcobaleno proposta nell'introduzione dell'articolo, anche se è facile temere che sia stata messa lì solo per ribadire come il loro fine ultimo sia la promozione dell'odio omofobico, fonte primaria delle loro entrate economiche.
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