Secondo il circolo patrocinato da verona, «la non-discriminazione dei gay» sarebbe una violazione della «libertà d'espressione»
Prosegue la propaganda integralista volta a sostenere che il cristianesimo sia odio e che la discriminazione sia lecita opinione. Reduci dal loro convegno contro «i sodomiti» che ha visto Costanza Miriano patrocinata dal dal Comune di Verona, è dalle pagine del loro sito che cercano di convincere i loro proseliti che qualunque forma di violenza sia sempre lecita se si sostiene che si tratti di «un'opinione» a danno della dignità.
La loro teoria è che la signora Costanza Miriano abbia il pieno e totale diritto di sottomettersi a tutti gli uomini che desidera e nessuno deve poter dire nulla dinnanzi al racconto di come lei si senta felice nella sua sottomissione al maschio. E fin lì le cose potrebbero anche andare bene, dato che la vita è sua e la fondamentalista ha il pieno diritto di rovinarsela come meglio crede. Il problema sorge quando la signora Miriano inizia a pretendere di poter interferire con la vita altrui, magari esigendo che ad alcuni bambini siano negati gli stessi diritti dei loro coetanei solamente perché non procreati da sperma cristiano o che ai gay sia negata pari dignità civile e sociale solamente perché lei a lei sgraditi. Quella non è più opinione, è un'ingerenza violenza finalizzata a danneggiare la vita attui. Ed è quo che entra in gioco la propaganda integralista, impegnata nel cercare di promuovere l'idea che anche l'esistenza altrui debba essere ritenuta «un'opinione» dalla quale si possa «dissentire».
In un articolo intitolato "Dittatura Lgbt in Andalusia per media e scuole cristiane", scrivono:
Tutto cade di fronte alla dittatura gender, persino la libertà di pensiero, d’opinione, d’espressione ed anche di coscienza: lo dimostra la decisione della Giunta di Andalusia, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale, di imporre l’ideologia Lgbt a tutti i livelli ed in tutti i contesti. La «legge per garantire i diritti, la parità di trattamento e la non-discriminazione dei soggetti Lgbt e dei loro familiari in Andalusia» avrà valore ovunque, infatti, compresi i media e le scuole, anche cattoliche, costretti, se beneficiari di fondi pubblici, ad indottrinare a loro volta rispettivamente i lettori e gli alunni sulle questioni gender.
La loro tesi è che la «discriminazione dei soggetti lgbt» sarebbe una lecita «libertà d'espressione», soprattutto se a macchiarsi di quella violenza è un'organizzazione religiosa. Ed è da notare anche come cerchino di promuovere odio contro la comunità gay, parlando di «dittatura» e «indottrinamento» dinnanzi ad una doverosa legge che si limita a vietare di poter attingere al denaro pubblico se non si garantisce il rispetto di tutta la collettività.
Il diritto che contestano è un diritto di cui godono dato che chiunque ha il diritto ad avere l'opinione che i neofascisti di Christus Rex siano brutta gente, ma nessuno può negare l'iscrizione a scuola dei loro figli o negargli beni o servizi. Loro vorrebbero poterlo fare, ovviamente solo se a danno degli altri.
A quel punto tutto potrebbe essere bollato come "opinione", anche l'opera di nazisti che esprimevano la loro "opinione" contro gli ebrei o i miliziani dell'Isis che starebbero esercitando la loro "libertà di espressione" quando gettano i gay dai tetti dei palazzi.