A processo per un bacio sgradito alle Sentinelle in piedi
«Mi pare che sia ancora in piedi questo procedimento, in Italia ci sono stati anche altri casi molto simili al nostro, in cui si è proceduto all'archiviazione, mi sarei aspettato lo stesso anche a Perugia. Ovviamente, visto che così non è stato ci difenderemo, e anzi, speriamo in una conclusione che non contempli la prescrizione perché vorremmo es-sere assolti nel merito». È quanto dichiara i giornali Stefano Bucaioni, presidente di Omphalos Perugia, trovatosi insieme ad altri attivisti sul palco degli imputati con l'accusa di disturbo alla quiete pubblica perché denunciato dalle Sentinelle in piedi che il 29 marzo del 2014 si dissero infastidite da come l'uomo avesse osato baciare quello che sarebbe poi diventato suo marito.
Curioso è che a dirsi scandalizzati da un bacio sia quella stessa gente che fomenta isteria raccontando che esisterebbe una fantomatica "dittatura del pensiero unico" anche se poi sono proprio loro ad attingere ai fondi di lobby integraliste e di parrocchie per denunciare con atti intimidatori chiunque abbia opinioni diverse dalle loro. Si dicono scandalizzato da un bacio ma poi portano i loro figli a convegni in cui un qualche integralista parlerà loro di peni eretti che penetrano vagine sottomesse senza alcun preservativo dato che alla Miraino e ad Adinolfi piace farlo bareback.
Ma quasi già si vivesse in quell'Italia medioevale a cui Salvini e la Meloni ambiscono, si può finire in tribunale a dover spiegare perché si sia baciato propri marito. «Questo procedimento -spiega Bucaioni- non ha alcun motivo di esistere, noi eravamo li e come prevede la Costituzione stavamo esprimendo il nostro dissenso nei confronti di una manifestazione che incitava all'odio verso la nostra. Mi sembra assurdo dover spiegare che ho baciato mio marito, dovevo trovare ancora un paese in occidente che lo vietasse».
Per valutare la gravità del bacio, il giudice ha messo in piedi un processo con tanto di ammissione dei testimoni e delle prove. In particolare, il pubblico ministero ha chiesto l'acquisizione del video girato nel corso della manifestazione. Si tornerà in aula il 7 maggio prossimo con l'audizione dei primi testimoni.
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