Altro che "patria della famiglia tradizionale", in Russia si registrano 895 divorzi ogni mille matrimoni
La Lega Nord e l'integralismo cattolico continuano a descrivere la Russia come una sorta di terra promessa in cui l'omofobia di stato rappresenterebbe la massima espressione di quella che loro chiamano "difesa della famiglia tradizionale". Eppure, come racconta Il Grande Colibrì, il fatto che nel 2016 si siano registrati 895 divorzi ogni 1000 matrimoni (dati Rosstat) parrebbe testimoniare una realtà assai diversa.
Un tasso simile è secondo solo alle Maldive a livello globale e, nonostante la propaganda russa dipinga l'Europa come una terra in cui la famiglia sarebbe stata distrutta dai diritti delle minoranze, nei Paesi Bassi il tasso di divorzi è molto meno della metà rispetto a quello russo nonostante il matrimonio egualitario sia stato introdotto ben 16 anni fa. E lo stesso si può dire di Belgio e Spagna, ossia il secondo e terzo paese ad aver seguito il loro esempio.
Ma non è finita qui. L'ente pubblico di statistica ha anche osservato come nel 2016 la Russia abbia registrato il numero più basso di matrimoni registrati dal 2004 ad oggi. Pare infatti che i giovani russi preferiscano convivere prima di convolare a nozze e, data l'assenza di protezioni giuridiche per chi non è sposato, spesso preferiscono non fare figli. Da qui la proposta di Tatiana Popova, esperta di famiglia e infanzia dell'Obshcherossiyskiy Narodnyy Front (un ente fondato da Putin) che propone di copiare le politiche del tanto criticato occidente per salvare la famiglia attraverso l'introduzione delle unioni civili (ovviamente solo eterosessuali, ma a difesa del pregiudizio e non certo delle famiglie).