Di Tolve sostiene che "curare" i gay sia una «libertà religiosa» e chiede sanzioni per chi lo critica
È attraverso un lungo e isterico comunicato stampa che Luca Di Tolve, quale «iniziatore» del Gruppo Lot Regina della Pace, attacca i quotidiani che hanno criticato il medico di Savona che nel suo ambulatorio medico invitava i gay a rivolgersi al suo «centro terapeutico» per il trattamento dell'omosessualità.
Fiero di rappresentare un'organizzazione intitolata all'eroe biblico che fece stuprare le sue figlie prima che loro lo stuprassero a sua volta per rimanere incinte, l'uomo che fattura soldi vendendo quelle fantomatiche "terapie riparative" che la scienza indica come prive di fondamento e provata causa di suicidi, afferma:
A quanto pare le uniche persone con tendenze omosessuali che non meritano rispetto sono quelel che decidono di cambiare.
La frase presuppone già tutta una serie di menzogne che permetterebbero di poter classificare il signor Luca Di Toiòve e i suoi promotori adinolfiniani tra i seguaci del Maligno. O, perlomeno, ciò è che loro non si farebbero problemi a fare contro gli altri in quel loro mondo di fanatismo in cui l'odio viene giustificato mediante la sistematica bestemmia del nome di Dio.
Il signor Luca Di Tolve pare colpevolmente negare che l'omosessualità sia un orientamento sessuale e non una fantomatica "inclinazione", così come spaccia come premessa la sua convinzione che la sessualità si possa "decidere. Il giorno in cui Mario Adinolfi dimostrerà che lui può "decidere" di essere gay, accetteremo il suo spergiurare sulla vita della Vergine Maria che i gay "decidano" di essere tali. Ma sino a quando non lo vedremo prono dinnanzi ad un cubano balestrato, la sua tesi trasuderà di vergognosa propaganda.
Attaccando un articolo apparso sul Secolo XIX che dimostra come alcuni pazienti del medico di Savona possano essere diventati vittima delle "terapie" di Di Tolve, il sedicente guaritore afferma che si sarebbe dinnanzi ad affermazioni «non veritiere».
Facendo leva sul suo sostenere che l'omosessualità sia causata da «una ferita» in base a quanto sostengono le screditate del defunto Nicolosi, è sostenendo che la Costituzione italiana gli garantisca il presunto "diritto" di poter dire che i gay sono posseduti dal demonio che le la loro vita non meriti di essere vissuta che asserisce:
Preciso innanzitutto CHI SIAMO: siamo un gruppo di persone e di famiglie che hanno superato le loro ferite: uomini e donne che si incontrano per pregare ed evangelizzare, una minoranza, ormai, di cristiani cattolici che vorrebbero essere rispettati nel loro credo e nel lavoro di evangelizzazione, così come d’altronde prevedono la nostra costituzione e i trattati internazionali.
Dettando le sue condizioni e sostenendo che l'umanità tutta deve inchinarsi a lui, a quella Silvana De mari che lo accompagna nel suo reclutamento di vittime e in quel Mario Adoinolfi che lo ha portato sui palchi dei suoi comizi di promozione omofobica, Di Tolve si mette a dettare le sue condizioni:
Chiediamo di rispettare la libertà religiosa, la libertà di coscienza, di scelta e di opinione sancita dalla Costituzione Italiana e dalla Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea, e chiediamo al Ministero delle Pari Opportunità di riconoscerci il diritto che ci spetta visto che siamo PERSONE che provano ad offrire e percorrere un percorso cristiano laico per aiutare a superare il disagio di chi soffre del disturbo ICD 10 del manuale diagnostico F66 come approvato dall’ Organizzazione mondiale della sanità.
Se il riferimento all'omosessualità edonistica è stato rimosso dall'Oms proprio per evitare strumentalizzazioni da parte di personaggi come Di Tolve, opinabile è che la "Libertà religiosa" possa essere invocata per inculcare sensi di colpa che possano spingere dei giovani sino al suicidio. Perché se tutto ciò che viene compiuto nel nome di Dio fosse davvero sempre lecito, allora dovremmo permettere anche i sacrifici umani dato che non sarà difficile trovare un qualche folle che li indicherà come una pratica gradita al suo dio.
Nonostante sia lui ad aver scritto nel suo libro un «sono guarito». E nonostante sia il medico a lui vicino che nel suo studio spacciava la setta di Di Tolve per un «centro terapeutico», è facendo falsi vittimismo che l'uomo che nel suo libro si vanta di aver cercato di contagiare consapevolmente altre persone con l'HIV in anni in cui di HIV si moriva, afferma:
Chiediamo ai mezzi di comunicazione e alle associazioni LGBT di smetterla di definirci falsamente come una associazione che pratica presunte terapie mediche e di sostenere che noi vogliamo “curare i gay” o di apostrofare il sottoscritto come “guaritore”. Ciò è FALSO. Come già dichiarato infinite volte la nostra associazione non pratica trattamenti terapeutici medici o psicologici, ma offre soltanto un seminario cristiano alle persone che di loro propria volontà ci chiedono aiuto per la sofferenza di sentirsi non in sintonia con il proprio essere e il loro sistema valoriale.
Esistono molteplici video in cui si vede Di Tolve che racconta ai poveri disperati che si rivolgono a lui, spesso perché distrutti dai sensi di colpa inflittagli dall'integralismo cristiano, che Dio non li potrà mai amare per ciò che sono, così come racconta pure che Dio avrebbe creato la donna per l'uomo e quindi un uomo che non sottomette una donna è un uomo che non renderebbe grazia a Dio.
Il fatto che lui neghi le conseguenze psicologiche del suo agire non basta per sostenere che non ci sia del male in quegli atti, tant'è vero che è in costante aumento il numero di Stati che vietano ciò su cui lui basa il suo profitto.
Raccontando che lui è buono perché "cura" i gay e che gli altri sono tutti cattivi perché non dicono ai gay che sbagliano a non avere molteplici mogli come Adinolfi, aggiunge:
Rifiutiamo risolutamente le pressioni di sedicenti associazioni militanti che non rappresentano o forniscono alcun valido apporto scientifico, ma sono solo mosse da ideologie politiche, e soprattutto da un pensiero presuntuoso ed antidemocratico, intenzionalmente impermeabile ad ogni confronto, che si arroga il diritto di imporre una presunta “verità” sulle varie tendenze omosessuali, ingerendo fraudolentemente nella vita degli altri e impiegando il mezzo più sconcio, la ridicolizzazione di chi non la pensa come loro.
In altre parole, la scienza ufficiale sarebbe una "libertà di pensiero" da cui chiunque debba poter dissentire. Quindi se Mario Adinolfi ha il raffreddore e qualcuno manifesta la "libertà di pensiero" secondo cui per curarlo bisognerebbe dargli del cianuro, è per rispetto "a chi la pensa diversamente" che Adinolfi dovrebbe bere quel veleno senza osare dire nulla.
Mentendo spudoratamente, Di Tolve giura anche che:
Precisiamo che nel nostro gruppo non sottoponiamo nessuno a pressioni di "mascolinizzazione e di femminilizzazione" e che non usiamo argomenti sul demonio per spaventare le persone che partecipano ai nostri seminari: i cristiani che vengono da noi conoscono già molto bene, al contrario di chi ci ostacola e vorrebbe imbavagliarci, cosa sia scritto nel Vangelo, nella Bibbia e nel Catechismo della Chiesa Cattolica che sono i nostri unici riferimenti in materia di fede.
Abbiamo sicuramente posizioni di pensiero diverse dal mainstream omosessualista, ma NON ABBIAMO MAI OFFESO NESSUNO e chiediamo soltanto il rispetto della libertà di scelta e di espressione come ancora garantito dalla legge.
Buffo, perché è proprio nel suo libro che troviamo frasi come:
Se pare buffo che a sostenere di non aver mai offeso nessuno sia un tizio che persino nella bibliografia ufficiale dei suoi "corsi" etichetti i gay come «depravato», «pervertito», «inaccettabile», «sesso disordinato», «comportamenti sessuali illeciti», «bambini sessualmente non conformi».
Ed è sempre lui a regalare frasi come «i genitori devono imparare a trasmettere ai figli l'idea che la sua effeminatezza è inaccettabile» o «il nostro corpo non ci dice forse qualcosa di profondo riguardo al progetto della sessualità umana? Sarebbe normale decidere di bere da una cannuccia infilata, ad esempio, in una narice?».
Dimenticando che non è possibile "scegliere" o "modificare" intenzionalmente il proprio orientamento sessuale, è in una difesa del "diritto" al masochismo e all'autolesionismo che Di Tolve aggiunge:
Chiediamo rispetto per tutte le persone con tendenze omosessuali e dunque anche per quelle che non ritengono adeguate a sé la loro vita emotiva, relazionale e sessuale e che decidono di cambiare le proprie abitudini, superando e risolvendo le loro tendenze indesiderate.
Se è facile chiedere rispetto per sé stessi e il proprio business, doveroso sarebbe anche che Di Tolve rispettasse le difficoltà di quelle presone senza fare promesse che non può mantenere e senza speculare per far soldi sulla fragilità umana. Ed è ormai senza ritegno alcuno che di Tolve chiede l'intervento della polizia contro chi osa criticare le sue pratiche:
Chiediamo noi alle autorità e ai Media di prendere provvedimenti che rispettino autenticamente la libertà di ciascuno, così come chiediamo alle agenzie di stampa di rettificare le notizie false che riguardano la nostra missione e di sanzionare disciplinarmente coloro che violano la deontologia professionale (oltre che il buon gusto) denigrando il nostro operato.
In molti stati Di Tolve sarebbe in carcere, sia per aver intenzionalmente cercato di contagiare con l'HIV delle persone, sia per aver cercato di danneggiarne altri vendendo mero pregiudizio. In Italia vuole che la polizia difenda il suo business.