Gli antifascisti contestano Savarese. Lui dice che è colpa del "gender" e si appella a Carlo Giovanardi
Appare sempre più patetica la propaganda e la falsificazione dei fatti con cui Filippo Savarese sta cercando di ottener visibilità mediatica per l'autobus transofobico pagatogli da Ignacio Arsuagia.
L'obiettivo della sua pagliacciata è meramente politico e prettamente partitito: Savarese sta facendo di tutto pur di sostenere che si debba votare per Fratelli d'Italia o per la Lega di Salvini se si ambisce ad un mondo misogino, xenofobo, razzista e omofobo che lui tanto agonia. Si arriva così ad allestire un pulmino in cui Savarese dice ai suoi figli che sicuramente lui avrebbe fatto sesso con altri maschio se a scuola non gli avessero detto che era obbligato a dover stare con loro madre, motivo per cui ha scritto in grande "Non confondete i bambini" in quel suo giurare che lui sia fermamente convinto che tutti sarebbero gay se non si andasse di classe in classe a dire ai bambini che l'omosessualità sarebbe "sbagliata" e che loro hanno il dovere si "sottomettere" una donna.
Nel tentativo di fare vittimismo e ottenere visibilità, è attraverso un comunicato stampa diffuso dall'Ufficio stampa di Alessandro Maola che titolano: "A Bologna il Bus della Libertà ostacolato da poche decine di manifestanti violenti. In tutte le tappe ci sono state polemiche ed ostacoli, ma è la prima volta che si cerca di impedire fisicamente di esprimere le nostre opinioni".
Non solo spergiurano che la loro aggressione alla vita, alle famiglie e agli affetti dei gay dovrebbe essere ritenuta una "opinione" sulla base dell'auto-dichiarazione di Savarese, ma si lamentano se qualcuno protesti dinnanzi a quella loro crociata d'odio. Il tutto, ovviamente, raccontando la loro presunta "verità" in una falsificazione creata ad uso delola propaganda. Affermano:
A Bologna oggi il Bus della Libertà è stato accolto, oltre che dai propri sostenitori, anche da poche decine di manifestanti minacciosi, che presidiando la Piazza nella quale era da giorni preannunciata la fermata del Bus, hanno di fatto impedito lo svolgersi della manifestazione. Le forze dell'ordine, per evitare un incontro diretto, hanno infatti deviato il percorso inizialmente concordato. La situazione è stata risolta solo grazie all'intervento di Carlo Giovanardi, che è intervenuto per garantire il diritto di espressione dei sostenitori del Bus della Libertà.
Alle grida “Bologna antifascista non vi vuole”, dal Bus della Libertà si è risposto “Siamo i partigiani del terzo millennio”, per proprio per evidenziare l'atteggiamento violento ed intollerante di chi, con la prepotenza, tentava, senza riuscirci, di impedire la libera espressione delle opinioni.
“Si tratta di un fatto di straordinaria gravità: poche decine di manifestanti possono, alzando la voce, impedirci di esprimere le nostre opinioni sulla libertà educativa dei genitori e contro la dottrina “Gender”. E' grave non solo perché si impedisce con la violenza l'esercizio della democrazia, ma anche perché l'esistenza di una vera e propria “ideologia Gender” è così sotto gli occhi di tutti: una ideologia violenta, che non tollera chi non aderisce ai suoi dogmi. Ma il Bus della Libertà non ha nessuna intenzione di fermarsi, a Bologna e domani a Pescara e Roma continuerà il nostro tour, ancora di più nel nome della Libertà.” - ha dichiarato Filippo Savarese.
Ecco, dunque che il loro sostenere si sia arrivati alle mani è l'ennesima menzogna della loro propaganda, così come appare delirante il voler sostenere che la lotta contro il fascismo abbia un qualcosa a che vedere con la buffala della "ideologia gender" che l'integralismo cattolico ha creato come mezzo di promozione di un inumano odio contro interi gruppi sociali.
Il tutto sperando che l'invio di comunicati stampa confezionati secondo il loro pensiero unico possano essere rilanciati da quei quotidiani che pubblicano la qualunque, magari riuscendo pure a creare inutile isteria in quei genitori bigotti che possono davvero pensare che se non voteranno Salvini c'è chi "renderà gay" i loro figli.
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