La bufala razzista scatena l'odio su Facebook. Il giornalista Massimo Manfregola propone l'uso di insetticida
Razzismo, populismo e intolleranza stanno diventando vere e proprie piaghe sociali, spesso fomentati da una politica che cavalca l'odio nella speranza di poterlo tramutare in voti. Siamo dinnanzi ad un Salvini che va in tv a dire che lui «prenderà a calci» gli stranieri, con espliciti riferimenti alla violenza fisica che di certo non contribuiscono al suo dichiararsi estraneo agli atti terroristici di Macerata e a quel suo ex-candidato che si è messo a sparare all'impazzata contro chiunque avesse il colore della pelle diverso dal suo.
Ed in questo clima non stupisce ci siano dei "giustizieri" che violano la legge nel mettere alla gogna i cittadini di colore con racconti falsi e infamanti. È il caso di Luca Caruso, l'uomo che ha scatenato un inferno di commenti e insulti razzisti grazie ad un post (ora rimosso) che ha raccolto 120mila reazioni e le oltre 75mila condivisioni semplicemente scompiacendo il razzismo popolare con un racconto su quanto siano brutti e cattivi gli stranieri.
Il signor Caruso ha fotografato senza permesso un ragazzo di colore che viaggiava a bordo del Frecciarossa 9608 Roma Termini–Milano e sui social si è messo a raccontare che il giovane avrebbe avuto con sé solo il biglietto di un treno interregionale e non avrebbe avuto documenti o denaro.
Ma dato che tanto non sarebbe bastato a scatenare l'odio, il racconto viene infarcito di dettagli superflui. Si dice ad esempio che sia «ovvio» che una persona di colore non paghi il biglietto, così come avrebbe precisato che il ragazzo sarebbe stato in possesso di un Samsung Galaxy S8, avrebbe fatto finta di dormire all'arrivo della capotreno e non sarebbe stato in grado di sostenere una conversazione né in italiano, né in inglese.
Il tutto per arrivare a quei collegamenti logici che sfuggono alla logica, come il suo sostenere che l'episodio sarebbe «l’esempio lampante della totale assenza di certezza della pena che il nostro Paese ha regalato a queste persone che non sono più disponibile a chiamare "rifugiati"». E trova pure il coraggio di uscirsene con un fatto di cronaca decontestualizzato, asserendo che «Pamela è stata barbarizzata, vilipesa da gente che senza diritto e senza motivo ha varcato l’uscio di casa nostra perché la porta era ed è spalancata. Senza regole. Senza alcuna sicurezza». Ed ancora: «Parlano di integrazione. Di comprensione. Di accoglienza. Ci prendono per il culo e noi li tolleriamo».
Mentre su Facebook gli utenti facevano a gomitate per insultare il ragazzo e quella che il candidato leghista a Regione Lombardia definirebbe "la sua razza", Giornalettismo ha contattato Trenitalia e dai documenti ufficiali stilati dal capotreno emerge una storia assai diversa: «Effettivamente, il ragazzo, alla presenza di diverse persone all'interno del vagone, non è stato in grado di comunicare in italiano con la capotreno e il suo inglese era piuttosto stentato. Inoltre, non era fornito di documento di identità e aveva effettivamente mostrato in un primo momento un biglietto per una tratta diversa. Tuttavia, la capotreno, essendosi accorta che la scena destava curiosità tra i passeggeri, ha portato il ragazzo fuori dal vagone per estendere il suo rapporto. In quel momento, si è resa conto che il passeggero aveva estratto il biglietto corretto e valido proprio per quella tratta: un ticket di tariffa standard per il Frecciarossa 9608. Semplicemente, aveva sbagliato posto. Chiarito il malinteso, il ragazzo è stato regolarmente accompagnato nella carrozza e nel posto corrispondente al suo biglietto».
Insomma, il sedicente "vendicatore" dell'italico popolo ha deliberatamente insultato, denigrato un utente che aveva regolarmente pagato il biglietto, peraltro violando i suoi diritti umani con atti che lo hanno messo alla gogna in base a una falsa dichiarazione. Tutto questo solo perché in Italia non esistono pene certe per chi dirama e confezione bufale orientate alla creazione di odio contro interi gruppi sociali.
A rilanciare la bufala troviamo anche Massimo Manfregola, un giornalista della Masman Communications che risulta aver collaborato anche con Rai News. Oltre a certificare la falsa storia, l'uomo ci mette del suo raccontando che quel ragazzo sarebbe stato «un migrante irregolare», che avrebbe avuto «un biglietto non regolare di 4 euro» e che in mano avesse un «costosissimo Samsung S8 di ultimissima generazione». Tutte asserzioni prove di prove se non palesemente false.
Basta sfogare il suo profilo per osservare come l'uomo paia ossessionato dal suo odio contro gli stranieri: discepolo di Alessandro Meluzzi, ripubblica ossessivamente notizie di dubbia provenienza atte a sostenere che le persona di colore pratichino cannibalismo e si masturbino davanti ai nostri bambini. Non manca neppure di suggerire che l'insetticida sarebbe il "rimedio" all'immigrazione e/o a chi manifesta contro il fascismo.
Pare avere contatti anche con un tal Don Sasolino, un prete che parla di «martiri delle foibe» prima di scagliarsi contro «quelli che solitamente si strappano le vesti e accusano gli altri di essere fascisti».
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