La Manif pour tous raccoglie firme per chiudere l'Unar: «Opera sotto il comando diretto della lobby lgbt»
Secondo quanto spergiura l'organizzazione omofobica Manif pour tous, nel 2017 il direttore dell'UNAR Francesco Spano si sarebbe «dovuto dimettere in seguito allo scoop televisivo che denunciò finanziamenti per oltre 50mila euro a un'associazione gay di cui lo stesso Spano era socio, e che organizzava nelle sue sedi orge con consumo di droga e favoreggiamento della prostituzione».
In uno stato civile, simili affermazioni divrebbero essere provate, ma in Italia pare che tutto sia divenuto lecito in una corsa al potere fatta solo da diffamazione e tentativi di sfruttamento della paura. Non importa se il progetto coinvolgesse l'Università Sapienza di Roma, non importa se l'obiettivo fosse la difesa degli adolescenti dalle malattie sessualmente trasmissibili, importa solo la versione alternativa, rigorosamente rivista e corretta da gente che pare provare piacere sessuale all'idea ch che dei bambini vengano lasciati soli dallo stato mentre risultano in balia di genitori omofobi e intolleranti che potrebbero spingerli alla morte.
Ed infatti l'obiettivo di tale asserzioni è una raccolta firme volta a chiudere l'ente che si occupa di contrastare l'odio razziale e omofobico, ossia quelle due forme di violenza su cui la Manif pour tous basa il suo business.
È su tali e ignobili premesse che il gruppo d'odio aggiunge:
Oggi, 2 febbraio 2018, Paolo Gentiloni nomina a capo dell'UNAR Luigi Manconi, tra i più accaniti sostenitori di matrimonio e adozioni gay, propaganda Gender nelle scuole, liberalizzazione delle droghe e addirittura regolamentazione "etica" (che non esiste) dell'utero in affitto.
È chiaro che l'UNAR non è altro che un ente governativo per diffondere in tutta Italia una cultura relativista di massa che prevede la distruzione della famiglia naturale, l'abolizione della mamma e del papà, la guerra alla libertà educativa dei genitori...
Tutto ciò, finanziato con le tasse dei cittadini.
Per questo motivo è chiaro che l'UNAR deve essere chiuso prima possibile. Chiediamo pertanto alle forze politiche candidate alle prossime elezioni del 4 marzo di mettere nel loro programma di Governo la chiusura dell'UNAR e la fine di questa continua e devastante colonizzazione ideologica.
Se pare evidente l'ideologia malata con cui la lobby guidata dal fondamentalista spagnolo Ignacio Arsuaga (datore di lavoro per quel Savarese e quella Ruiu che fungono da frontman) tenta di sostenere che la libertà e i diritti possano essere negato se si cita un ritornello senza senso volto a sostenere che tutto sia «distruzione della famiglia naturale». Naturalmente si parla di famiglie come quelle del divorziato Adinolfi, della madre single Meloni, dell'infecondo Gandolfini, del pluri-sposato Berlusconi o del pluri-fidanzato e divorziato Salvini che ha concepito fuori dal matrimonio. Un tempo simili raccolte firme sarebbero probabilmente state classificate come truffe che sfruttavano l'ignoranza, oggi tutto pare diventato lecito.
Nella loro lettera, l'organizzazione omofobica usa toni ancir più inaccettabili:
Signor Presidente Gentiloni,
la scelta di nominare un personaggio politico così ideolgicamente schierato come Luigi Manconi a nuovo Coordinatore dell'UNAR conferma l'intenzione di continuare a usare questo Ente governativo come avamposto per una colonizzazione ideologica di massa assolutamente inaccettabile, ancor più perché finanziata con le tasse dei cittadini.
Manconi è infatti favorevole a tutto ciò che l'UNAR ha indebitamente propagandato negli ultimi anni sotto il comando diretto della Lobby LGBT, dall'utero in affitto all'ideologia Gender nelle scuole (senza contare la liberalizzazione della droga tra i giovani).
Per questo ritengo assolutamente prioritario chiudere l'UNAR quanto prima.
La richiesta era stata avanzata anche da Simone Pillon, membro del gruppo omofobo ed oggi candidato della Lega di Salvini in un tentativo di messa a frutto dell'odio omofobico.
Tutto questo mentre la propaganda integralista tenta di creare isterie parlando di fantomatici «pensieri unici», poi nei fatti sono loro a voler impedire l'esistenza di gruppi che hanno opinioni in contrasto con le loro in una guerriglia in cui Galdolfini non fa mistero dei suoi piani per l'instaurazione di una lobby integralista al Parlamento. Obiettivo: il contrasto alla libera educaziozione, la promozione dell'omofobia e la difesa del sessismo.