L'intimidazione della Meloni: «Quando saremo al governo cacceremo il direttore del Museo Egizio»

«Quando saremo al governo cacceremo il direttore del Museo Egizio». Sembra un'intimidazione mafiosa quella lanciata da Fratelli d'Italia a Christian Greco, ritenuto "colpevole" di aver sbugiardato pubblicamente la retorica islamofoba di Giorgia Meloni.
Pare dunque che Salvini e Meloni non solo si sentano personalmente attaccati da chi manifesta contro il fascismo, ma già stilano una lista di dissidenti che provvederanno a cacciare. Nel caso specifico, poi, la loro ira scaturisce dall'incapacità della loro leader a reggere un dibattito pubblico a sostegno dei suoi proclami razzisti. D'altra parte qui non era davanti al solito intervistatore che se ne resta zitto mentre lei racconta che «da cristiana» pensa che chi uccide un non-cristiano sia «un patriota».
Pare anche che le intimidazioni di Fratelli d'Italia si vogliano far beffa della legge dato che il direttore del museo egizio non è nominato dal governo ma è selezionato con un bando, sempre che la Meloni non abbia in programma di gestire ogni singola nomina pubblica in perfetto stile didattoriale. Resta comunque la vergogna di una campagna elettorale interamente incentrata sull'odio e sulla paura del diverso, totalmente priva di proposte atte a risolvere i veri problemi del Paese mentre si racconta di come la Meloni vieterà la libertà di scelta alle donne, discriminerà le famiglie a lei sgradite, imporrà inutili agonie a chi ha espresso diverse indicazioni sul fine vita e perseguirà chiunque abbia una religione diversa da quella che sostiene di avere (anche se Gesù era quello dell'"avevo fame e mi avete sfamato", non quello del "fuggivo dalla guerra ma mi avete preso a calci").

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