Mario Adinolfi aggredisce la libertà di espressione della regia di Sky
Pare molto discutibile come Sky Tg 24 abbia invitato un impresentabile come Mario Adinolfi a commentare i fatti di Macerata. Se è pur vero che l'integralista ama rendersi ridicolo e quindi fa share, è altrettanto vero che si stava presentando con una fondamentalista che andò da Belpietro a dichiarare che lei avrebbe obbligato ogni maschio maggiorenne ed eterosessuale ad dover detenere un'arma da fuoco con lo scopo di usarla in maniera arbitrario contro ogni persona di religione diversa dalla sia che venisse percepito come una minaccia.
Ostentandola sua proverbiale superbia che lo porta a sostenere che lui sia l'unico al mondo a poter comprendere il fenomeno del razzismo in virtù di come abbia scritto un libro in cui sostiene che l'altro sia da temere e che l'accoglienza predicata da Gesù sia un errore che porterebbe alla morte in quanto un'evidente minaccia ai suoi piani per l'ingravidazione mediante penetrazioni bareback delle sue figlie da parte di peni bianchi e sedicenti cristiani. Ma in fondo si dice il massimo esperto su tutto, anche se persino la D'Urso lo silurò come opinionista anche se lui era fiero del suo fare polemica su ogni cosa senza sapere nulla di nulla. Si sta infatti parlando di quel tizio che pare non aver ancora capito che l'omosessualità non è una "malattia" e che lui non abbia alcun "merito" nel suo provare piacere sessuale nel penetrare vaginalmente le molteplici madri delle sue figlie (peraltro con pessimi risultati dato che, nonostante dichiari di non usare mai il preservativo, a fronte di molteplici mogli, è riuscito a far centro solo due volte nell'arco di interi decenni).
Ma il vero fulcro del suo intervento è stato il solito teatrino in cui Adinolfi ha piagnucolato di come si sia sentito discriminato perché grasso. Facendo sterile polemica, l'integralista ha interrotto la giornalista asserendo: «Chiedo alla vostra regia di fare attenzione a non definire l'ospite come "uno che vale per due" oppure "talmente grosso che non riusciamo a inquadrarlo" quando ci sono i microfoni aperti».
In realtà si sarebbe trattato di conversazioni privato che l'integralista avrebbe sentito dall'auricolare e che avrebbe reso pubblici in una evidente violazione della privacy, il tutto per ricorrere a qual vittimismo che pare l'unico linguaggio che lui conosca per tentare di far parlare di sé.
Pare dunque che Adinolfi abbia sperimentato come si prova a essere vittima di quegli insulti su cui lui basa il suo fatturato, insulti che la comunità lgbt subisce da anni e che lui non ha saputo reggere per pochi minuti.
Eppure in quel discorso provato nessuno ha sostenuto che lui fosse un pedofilo o che si nutrisse si escrementi umani, frasi che il suo patito non ha mai esitato a lanciare pubblicamente contro interi gruppi sociali in un atto di evidente diffamazione da cui si riparano con il cavillo del sostenere che non sia identificabile il nome e il cognome della vittima di quegli attacchi.
Se un simile episodio ci avrebbe portato a simpatizzare per qualunque persona normale si fosse trovata in quella situazione, nel caso di Adinolfi il discorso cambia per sua stessa richiesta. Non era forse lui a difendere i suoi insulti omofobi dicendo che «rivendicava» il presunto «diritto» di ricorrere all'offesa e all'insulto contro un'intera comunità? Non diceva forse che il suo linguaggio violento debba essere tollerato in nome della sua curiosa interpretazione della «libertà di parola e di espressione»?
Dato che sostiene opinabilmente di essere "cristiano" e dato che dovrebbe sapere che Gesù invitava a non fare agli altri ciò che non si vuole sia fatto a sé, allora perché mai non dovremmo ritenere che la regia avesse il «diritto» di manifestare la sua «libertà di espressione» con quelle parole? Se Adinolfi usa quel linguaggio contro gli altri e se davvero pensa di essere cristiano, dovremmo dedurre che ambisca a ricevere quel medesimo trattamento. Oppure il suo totalitarismo prevede che le libertà vangano solo per lui, in un'aggressione al prossimo da parte di chi non accetta giudizi?
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