Non vogliono gay mentre vanno a messa: i "cattolici" chiedono che il Pompei Pride sia relegato in un ghetto


Tutto è pronto per il Pompei Pride. la madrina sarà la divina Carla Fraci mentre noto regista cinematografico Mariano Lamberti si occuperà dello spot di presentazione della manifestazione. Sono stati già definiti anche le tematiche d’inclusione sociale, senso di fratellanza, tolleranza e accettazione dei diversi orientamenti sessuali e culturali. L'unica incognita è la definizione di un accordo sul percorso del corteo in programma per il 30 giugno prossimo.
Per quanto assurdo possa sembrare, il Prefetto starebbe prendendo sul serio le pretese di alcuni gruppi di sedicenti "cristiani" che dicono di non volere gay per strada mentre vanno a messa. Si è arrivati persino al punto in cui gli organizzatori hanno dovuto proporre lo slittamento dell'evento dopo la celebrazione della messa delle ore 18. «Basta che ci lascino manifestare per le strade del centro, invece di strade trafficate e decentrate», spiega Antonello Sannino.
L'offensiva risulta limitata a pochi integralisti, perlopiù riconducibili alla matrice neonazista o adinolfiniana, che inneggiano ad un evento che sia relegato in un qualche ghetto in modo da non infastidire la loro intolleranza e la loro ignoranza (sia mai che un qualche loro proselito possa scoprire che i pride non sono "carnevalate" così come i loro leader amano raccontare loro approfittando di come i loro proseliti non abbiano mai verificato di persona la veridicità di quelle menzogne).
«Il Pride è un incontro-confronto con la gente tra la gente», prosegue Sannino. «I commercianti pompeiani ci hanno invitato a percorrere le strade del centro. Abbiamo intenzione di issare il Rainbow fuori i nostri negozi», hanno annunciato. «E’ quello il nostro posto, in mezzo al popolo di Pompei. Siamo disponibili a confrontarci con tutti, anche col Vescovo di Pompei se ce lo chiede. Con il soprintendente Massimo Osanna abbiamo in corso un dialogo proficuo».
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