Verona. La capogruppo del Pd vuole essere cancellata dal video elettorale: si dice fervente cattolica e "quindi" schifata dai gay
Non giudicate se non volete essere giudicati diceva quel comunista di Gesù. ma fortunatamente oggi abbiamo Gianfranco Amato che, in qualità di Cavaliere dell'Ordine Equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme con diritto di passo nelle chiese cattoliche, ci informa che Gesù era un idiota e che lui sa che bisogna giudicare ed elargire condanne morali contro chiunque non sia conforma alla su ridefinizione della famiglia e della società in chiave integralista e liberticida.
Il danno più grave arrecato alla società da parte di questi fondamentalisti (anti)cristiani è come abbiano convinto che il fingersi o dirsi "cristiano" debba permettere l'ostentazione del proprio disprezzo verso il prossimo e verso la Costituzione. L'altro non merita di vivere se Amato o Adinolfi roteano i loro rosari mente vomitano il loro smisurato odio contro le loro vite, le loro famiglie o i loro affetti. Tutto ciò con la complicità di personaggi come Carlo Carrara o altri esponenti delle lobby integraliste interne al Vaticano.
Grave è come possa capitare che a sentirsi legittimati ad atteggiamenti incostituzionali di aggressione ai diritti delle minoranze possano esserci anche alcuni esponenti del Pd, ossessivamente pronti a citare la loro presunta fede religiosa quasi fosse una legittimazione al loro disprezzo per la vita.
A Verona capita così che la capogruppo del Pd, Carla Padovani, abbia minacciato querele e diffide contro gli autori di un video di promozione elettorale per Renzi. A suo dire, la loro "colpa" sarebbe stata quella di aver inserito alcune immagini che la mostravano durante la celebrazione di un'unione civile tra due uomini.
Non pare difficile immaginare il perché delle sue proteste: la Padovani si definisce una fervente cattolica e nel 2012 abbandonò il Pd per iscriversi nell'Udc (salvo poi tornare indietro con il fallimento del partito di Casini). Inspiegabilmente oggi è capogruppo, anche se il suo disprezzo per le minoranze dovrebbero farci domandare se non si sentirebbe più a suo agio tra le file di Casa Pound.
Dal canto suo la donna si è trincerata dietro al silenzio, sostenendo che dietro la sua feroce protesta ci sarebbero imprecisate «questioni personali» che si riserva di spiegare solo dopo il voto. In fondo non si farebbe molta pubblicità nel dichiarare che le fanno schifo gli elettori a cui sta chiedendo il voto.