ArciLesbica: anche la sezione di Bologna lascia l'associazione
Dopo la svolta integralista assunta dai vertici dell'associazione, pare ormai inarrestabile l'esodo da Arcilebica. I circoli di Perugia e di Udine si sono autosospesi, il circolo di Treviso ha chiuso i battenti e quello Bergamo ha scelto di confluire in una nuova realtà associativa.
A loro si aggiunge oggi anche Bologna, in aperto contrasto con il documento politico approvato all’ultimo congresso nazionale di dicembre che condanna la gestazione per altri attraverso il loro sostenere che i figli debbano essere ritenuti "cose da donne" e che i gay attenterebbero alla femminilità se fossero messi nella condizione di poter crescere in santa pace i loro figli.
Carla Catena, presidente del circolo di Bologna, spiega che «dopo il congresso di dicembre dal direttivo nazionale ci hanno mandato un documento vincolante per il tesseramento, nel quale ci saremmo dovute impegnare a non contraddire le posizioni emerse dal congresso. A quel punto abbiamo deciso di non firmarlo [...] Abbiamo votato a scrutinio segreto in 41 socie e abbiamo preso questa decisione all’unanimità. Ci affilieremo al comitato provinciale di Arci e continueremo a portare avanti le iniziative e le battaglie che abbiamo sempre combattuto, da vent’anni a questa parte. Vogliamo essere un punto di riferimento nuovo e plurale per le politiche e la cultura lesbica».
La nuove prese di posizione decide da Arcilebica erano state accolte con soddisfazione dall'integralismo cattolico, eccitato all'idea di poter usare le loro parole come strumento di promozione all'omofotransofobia. Ne è un esempio l'articolo di Tommaso Scandroglio apparso su La Nuova Bussola Quotidiana dal titolo "Noi donne, i trans no. Arcilesbica in cortocircuito".
Oltre a sintesi legittimati all'uso del maschile quale sistema per rimarcare il loro sostenere che ci si possa dire "cristiani" solo se si manca di rispetto alle persone che il loro direttore non vorrebbe possano esistere, nell'articolo si arrivava a dichiarare: «Il femminismo lesbico è costretto a dichiarare quanto il diritto naturale da sempre afferma e il gender nega: l’umanità è divisa in maschi e femmine. Infatti Arcilesbica è ai ferri corti con Arcigay su utero in affitto e transessuali».
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