I carabinieri avviano un procedimento disciplinare contro la agente che aveva denunciato le molestie un superiore


Durante una puntata di "Presa Diretta" aveva raccontato le molestie sessuali e le minacce subite da un suo superiore presso il comando provinciale dei carabinieri di Firenze (lo stesso in cui prestavano servizio i due carabinieri che lo scorso settembre vennero accusati di stupro da due studentesse americane). Ora l’Arma dei Carabinieri ha aperto un procedimento disciplinare contro di lei per non aver chiesto l’autorizzazione a rilasciare un’intervista e per aver gettato discredito sul prestigio dell’Arma dei Carabinieri.

La donna si era rivolta al tribunale militare e il suo superiore è stato condannato in primo e secondo grado per il reato militare di «minaccia ad inferiore aggravata e continuata». La sentenza parlava anche di «morboso interessamento» e di «esasperante invadenza», ma nell’ordinamento militare non sono previsti i reati a sfondo sessuale e dunque le molestie non sono punibili. Bastarono gli altri capi di imputazione per condanna a nove mesi di reclusione e al risarcimento danni.
In un paese dove a parole tutti condannano il sessismo ma nessuno pare volerlo realmente contrastare, la vittima è stata tramutata in un imputato perché ha parlato.
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