Il Giornale continua a sostenere l'esistenza di una «lobby gay» che sarebbe promossa dal Vaticano
Il Giornale pare quotidianamente impegnato nella promozione dell'omofobia e nella demonizzazione dei gay. Contrario ai diritti civili delle minoranze, al rispetto delle diversità e a qualunque forma di contrasto alla discriminazione, il quotidiano della famiglia Berlusconi ha iniziato a parlare ossessivamente di una fantomatica «lobby gay» di cui spergiurano l'esistenza. Capita così che possa pubblicare titoli come questi:
Surreale è come propongano persino una lettera di Luigi Bisignani in cui si sostiene che i gay governino il mondo (anche se poi non riescono a far approvare una doverosa legge per il contrasto all'omofobia) con quello che si spergiura sia l'appoggio del Vaticano.
Pubblica il quotidiano:
Mi vengono in mente Renzi, Lotti e la Boschi nel Pd, che di certo sono allegramente etero, ma hanno sentito il bisogno di schiudere il loro giglio magico a giovani gay, quasi tutti in carriera nelle istituzioni e nelle aziende. E così è stato per Di Maio.
Roma atterrisce e spaventa, ma è come una vecchia maîtresse che ammalia. E i professionisti gay hanno una loro efficienza tutta particolare, si riconoscono al volo, sono trasversali, riservati seppur social, e riescono più facilmente ad ottenere la fiducia dei nuovi leader infrangendo quel muro di diffidenza verso tutte le lobby, dai farmaci ai giochi.
Forse perché forniscono, in un colpo solo, un network potente e trasversale, fondamentale per chi nel Palazzo non c'è mai stato prima e non sa come orientarsi, oltre che una certa benevolenza mediatica perché, si sa, di certi argomenti si sussurra soltanto. Il prezzo da pagare, poi, è quello dell'impegno sul fronte dei «diritti civili», anche se i grillini sulle unioni civili hanno fatto un passo avanti e due indietro.
Tradotto: un eterosessuale può ritenere che anche i gay abbiano dei diritti civili solo se ha un tornaconto, altrimenti è ovvio che li discriminerebbe. Non solo, quei diritti riconosciuto in ogni Paese civile vengono spacciato come un "prezzo" da pagare, quasi fosse ovvio che l'omofobia è il dogma fondante del mondo e che l'etero ha il diritto di abusare delle minoranze per appropriarsi di diritti esclusivi.
Ma la vera perla è nel proseguo:
In questo la millenaria storia Vaticana, proprio sul fronte dell'omosessualità, è sempre avanti: Giovanni Paolo II li tollerava e li controllava, soprattutto attraverso quelle organizzazioni come Comunione e Liberazione, Opus Dei e Legionari che li hanno accolti con amore; Benedetto XVI li ha ridimensionati, fino a Papa Francesco per i quali è diventato un'icona, con il suo «chi sono io per giudicare».
Non a caso, avviate da monsignor Semeraro, Vescovo di Albano sono diventate di routine le Pastorali omosessuali dove si perdona, a patto di onorare la fedeltà e la felicità di coppia.
Insomma, il Vaticano non è sufficientemente omofobo perché le destre bramano e ambiscono a discriminazioni assai peggiori. Insulti, denigrazioni e aggressioni paiono quasi come un atto d'amore se confrontati con ciò che loro vorrebbero infliggere alle minoranze.
Ovviamente tra i commenti troviamo la solita ostentazione di omofobia, tra insulti gratuite e offese elargite a piene mani che vengono validate dalla redazione:
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