La destra cilena blocca il progetto sul matrimonio egualitario
Anche in Cile la destra è sinonimo di omofobia e di negazione dei diritti. Pur senza avare un Salvini che vuole vietare Elsa di frozen o una Giorgia Meloni che vuole andare di casa in casa a strappare i bambini dai loro genitori, la prima e massima priorità del conservatore Sebastián Piñera, è stato quello di fermare il matrimonio egualitario promesso dal primo ministro uscente Michelle Bachelet.
Facile è immaginare che organizzazioni di promozione all'odio come Provita Onlus non tarderanno a raccontare che in Cile ha "vinto la famiglia" in quel mortale tentativo di inquinare la società civile con i loro distinguo finalizzati a vietare e discriminare ogni possibile alternativa al modello unico che le destre vorrebbero fosse elevato a dogma di fede quale correzione ad progetto divino che prevede anche l'omosessualità. E dato che evidentemente reputano che Dio sia un deficiente e che abbia sbagliato tutto nel non elevarli a massima espressione della nuova "razza ariana" da loro teorizzata, si agitano rosari e madonnine mentre si giura sul vangelo che si odierà il prossimo con tutto sé stessi mentre si negherà accoglienza al forestiero.
Peccato che l'unica verità oggettiva è che alcuni cittadini sono discriminati nei loro affetti solo perché qualcuno ha paura che la felicità altrui possa danneggiare il proprio status quo.
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