La stampa sceglie l'omofobia pur di ignorare il tema delle contraddizioni della Chiesa
Pare sempre più evidente che la stampa nazionale italiana abbia gravissime volpe nella promozione dell'odio omofobico attraverso sedicenti "giornalisti" che none esitano a cercare di suscitare scalpore facendo ricorso a parole che offendono la dignità delle persone. L'importante è vendere e chi se frega di quell'erica professionale che tanto in Italia nessuno fa rispettare.
Capira così che se un prete eterosessuale fa sesso con una donna, la stampa rievoca Uccelli di rovo e parla di amori impossibili e di altre amenità simili. Ma se il prete è gay, ecco he iniziano a fioccare i riferimenti ad imprecisati «festini gay» o «orge gay» quasi come se il problema non fosse l'ipocrisia della Chiesa ma il fatto che quei preti cercassero le attenzioni di persone del loro stesso sesso.
Interessante è come si cerchi la spettacolarizzazione dell'omosessualità quasi fosse un qualcosa di cui bisognerebbe vergognarsi, con articoli che si lanciano in pruriginose fantasie sessuali ed omettono di osservare come molti di quei preti siano vittime, spesso costretti a prendere i voti per scappare all'omofobia e a una società che li avrebbe voluti sposati con una donna e che oggi rischiano persecuzioni nel nome di una Chiesa che è particolarmente omofoba anche a causa della ferocia di chi è disposto a mietere vittime pur di tenere i propri scheletri ben chiusi nell'armadio.