Mario Adinolfi dichiara guerra alla Regina: «Voi retrogradi su gay e fine vita, noi superiori perché intrisi dal cristianesimo»
«Io sono stato intervistato dalla BBC». Così Mario Adinolfi esordisce nella sua intervista ai microfoni di London One Radio quale ennesima riprova della sua ossessiva propensione all'auto-celebrazione. Un'ossessione che traspare anche da chi pubblica tronfio quel video con il titolo "Adinolfi agli italiani d'Inghilterra" quasi ritenesse che siano lì tutti in attesa di conoscere quelle condanne morali vomiterà conto chi non è conforma alla sua idea di "famiglia" basata su un uomo, molteplici donne e figlie a cui bisogna raccontare che papà ha il diritto di sottomette mamma e che due gay sarebbero da intendersi a priori come genitori peggiori di lui solo perché perché non penetrano marginalmente e senza preservativo la vagina di una donna.
La piega del programma prende subito una brutta piega non appena l'intervistatrice tenta di santificare Adinolfi nel sostenere che l'hanno «addirittura accusato di omofobia e misoginia». E lui non perde occasione per dire: «Sono accuse che non esistono, che non hanno nessun fondamento. Non solo, gli haters quando si palesano davanti alla mia faccia in dieci secondi abbassano le penne. Si è tutti leoni da tastiera ma poi in realtà io non ho mai offeso nessuno e non sono mai stato querelato perché gli argomenti che porto sono molto civili. Su Internet c'è chi decide di fare casino ma nella realtà, quella vera, non esiste tutto questo».
Anche i mafiosi dicono che la mafia non esiste.
Si passa così a parlare di come in Inghilterra ci siano più diritti civili e maggiori riconoscimenti per le coppie gay e l'integralista si lancia subito nell'affermare: «Il problema è se l'importazione della Gran Bretagna sia un progresso o un regresso della società». E dopo la solita solfa sul suo sostenere che «i bambini hanno diritto ad una mamma e un papà» in cui mamma cucina mentre papà la sottomette, sentenzia pure che i diritti civili sarebbero un regresso. Anzi, forse ignorando che in Inghilterra i bambini possano essere adottati dai gay esattamente al pari di come fanno le coppie etero, lui afferma: «Io contesto l'impostazione britannica che fa acquistare i bambini alle coppie omosessuali e li uccide negli ospedali di Londra come Charlie e eAlfie ed è tutto collegato, perché se ti puoi acquistare il corpo di una donna affittandolo e ti puoi acquistare il bambino che partorisci perché tu, come coppia omosessuale, hai dei desideri di paternità, e se sei cosa, la cosa fallata la puoi eliminare e se quel bambino non nasce perfetto lo puoi eliminare come cosa».
Il riferimento è Charlie, Isaiah e Alfie, ossia a bambini malati e incurabili che venivano tenuti artificialmente in vita per un'agonia che non avrebbe mai potuto portare ad alto se non alla morte. Pare ovvio che il raccontare che quei bambini sarebbero «fallati» o «nati non perfetti» è una mistificazione.
Adinolfi non risparmia neppure da frasi come: «Due maschi li puoi mettere come ti pare ma figli non ne fanno e avranno sempre bisogno dell'utero di una donna per avere quel bambino». Peccato che anche Gandolfini e sua moglie non possono avere bambini, eppure non pare che lui si lamenti di come gli abbiano lasciato adottare alcune manciate di figli adottivi.
La teoria che espone è la solita filastrocca: «per ogni bambino adottabile in Gran Bretagna esistono sette coppie regolarmente sposate che hanno fatto richiesta per quel bambino. Negli orfanotrofi troverete solo bambini problematici e di quei bambini se ne fanno carico coppie sposate, spesso cristianamente ispirate, perché la verità è che a Londra in numero di bambini adottabili è inferiore alle coppie che possono adottare e quindi quello che ponete è un falso problema. Non esiste il tema dell'adozione. Gli omosessuali maschi vogliono un bambino di produzione propria attraverso il meccanismo di utero in affitto. Londra è la capitale di questa operazione». Ovviamente ciò non spiega perché ci siano abbastanza bambini per garantire sette figli a Gandolfini o come si possa giurare che Londra sarebbe la capitale della gestazione per altri che in realtà avviene principalmente nei paesi della cerchia russa o solo in Canada e Stati Uniti per le coppie gay, ma lui se ne esce con un «con Elton John Londra è capitale della propaganda dell'utero in affitto».
La verità è però diversa da come lui la racconta. Le adozioni internazionali hanno da tempo lanciato l'allarme perché non ci sono abbastanza famiglie adottive e perché gli eterosessuali vogliono ricorrere alla gestazione degli altri piuttosto che adottare. Evidenze e fatti provati che ovviamente l'integralista tace, preferendo uscirsene con frasi come: «Prendere un bambino alla donna che l'ha partorito e darlo a due maschi è un'operazione di una violenza indicibile».
Chissà, lo stesso si potrebbe dire a chi da un bambino nelle mani di due integralisti come lui e sua moglie, capaci di decidere in anticipo con chi dovranno andare a letto i loro figli se non vorranno essere spediti in quei centro di tortura di matrice cattolica che inculcano sensi di colpa nei bambini che non risultano conformi ai dogmi dell'integralismo.
Riguardo ai quarant'anni di letteratura scientifica che dimostra come il 100% degli studi possa dimostrare che i figli degli omosessuali crescano bene tanto quanto quelli delle famiglie eterosessuali, lui se ne esce dicendo che conosce benissimo tutti gli studi e sa che sono sbagliati.
Partendo all'attacco come strumento tipico di chi non sa come difendersi, se ne esce dicendo che. «Nel 1975 in Gran Bretagna l’omosessualità era reato. La civilissima e retrograda Italia, come dite voi, non ha mai avuto il reato di omosessualità».
Se Adinolfi provasse a informarsi, forse scoprirebbe che Mussolini mandò i gay al confino ma non fece proprio il paragrafo nazista che criminalizzava l'omosessualità solo ed elusivamente perché avrebbe dovuto ammettere l'esistenza dei gay in Italia. Nella realtà dei fatti, si trattava di un atto ancor peggiore della criminalizzazione. Ma lui preferisce uscirsene con un: «L'Italia è sempre stata avanti perché è una terra intrisa dal cristianesimo».
Inizia così la sua solita manfrina sul fatto che lui non giudica i gay, giudica il peccato di essere gay. Racconta che non sarebbe colpa sua se lui va in giro a giurare sulla Madonna che Dio odia i gay e doge dinnanzi alle sue penetrazioni vaginali rigorosamente bareback, così come omette di spiegare perché mai citi il Catechismo della Chiesa Cattolica come legittimazione alla sua richiesta di una criminalizzazione della vita degli adolescenti gay mentre non dice nulla di come quelle stesse regole condannino lo stato di peccato del suo secondo matrimonio. Credesse a ciò che dice, dovrebbe essere il primo a battersi perché la sua seconda moglie venga ritenuta una concubina e perché le sue figlie siano additate come frutto di una peccaminosa lussuria e cupidigia commessa contro il sacro cruore di Gesù.
È facile auto-assolversi mentre si aggrediscono le famiglie altrui e mentre si insultano i figli nato in famiglie che lui si rifiuta di riconoscere come tali solo perché pretende di essere considerato superiore a loro in virtù della fonte delle sue erezioni.
Nella lunghissima intervista Adinolfi dice pure che tutti i mussulmani sono terroristi, che Londra sbaglia ad accoglierli e che lui vuole un'Europa bianca e cristiana in cui alle donne venga insegnato quale dev'essere il loro ruolo nei confronti del maschio.
Ovviamente dice anche che lui parla a nome dei cattolici tutti, proponendosi come il loro massimo esponente. Spiega che a nome dei cattolici vuole impedire che gli altri possano prendere decisioni diverse dalle sue sul fine vita, proponendo la sua battaglia per decidere in vece loro quanto e come dovranno soffrire per compiacere il suo sadismo. Il tutto al fine di sostenere che l'Italia sarebbe superiore agli altri stati perché chi aiuta l'autoderminazione delle persone può finire in carcere.
Il fondamentalista non ci risparmia neppure il parer sul fatto che il problema del Pd sarebbe stato quello di non rendere legge le richieste del suo 0,6% di fondamentalisti. Ribadendo che lui si reputa il capo capo supremo dei cattolici tutti e che ogni suo singolo tiramento sarebbe il volere di Iddio padre e onnipotente, giura che il Pd avrebbe dovuto dare retta ai cattolici (e cioè a Lui) nel rendere legge le sue richieste per l'imposizione di una ideologico riconoscimento forzata della presunta supremazia del suo secondo matrimonio contro le famiglie che lui non gradisce.
Come sempre il secondo round della propaganda ha avuto luogo sulla sua pagina Facebook, dove i suoi proseliti lo lodano per aver promosso omofobia e odio contro i gay. Ovviamente spergiurano che sia ovvio che le «famiglie normali» sono un luogo migliore per i bambini dato che non credono agli studi. Ed immancabile è il loro citare lo studio del sacerdote Sullins che si limitava ad osservare come i bambini delle coppie gay sarebbero svantaggiati perché gli adonolfiniani li perseguiteranno.
Insomma, basta leggere quei commenti per comprendere quale sia il tasso di odio e di violenza di chi compra da lui la propria dose quotidiana di legittimazione al male.
Clicca qui per ascoltare la surreale intervista ad Adinolfi.
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