Mario Adinolfi: «Fabio Canino è un lobbista, la Lucarelli è una fatturante e la Rai ci impone i diktat dei terroristi»
Nonostante la Carlucci e Zazzaroni siano impegnati da giorni a spiegare che il giudizio espresso sabato scorso contro la coppia Ciocci-Todaro non sarebbe stato dettato dal loro sesso, Mario Adinolfi continua imperterrito a spergiura l'esatto opposto. E giura tutto tronfio che sarebbe stato lui l'artefice di una situazione che ha offeso milioni di persone.
Se forse è meglio non domandarsi sino a che punto quel fondamentalista sarebbe capace di spingersi pur di ottenere un po' di visibilità, appurabile è con quanta foga si diverta ad attribuire parole mai dette a personaggi che utilizza come marionette nella costruzione di una "verità" alternativa che possa essere piegata alla sua ideologia. Dalla sua pagina Facebook, scrive:
Come abbiamo fatto con via Fani, nella infinitamente più piccola vicenda di Ballando con le stelle, il Popolo della Famiglia apre la strada, si becca gli insulti, poi qualcuno segue. [...] . A Ballando abbiamo detto che la danza tra due uomini non è danza ma operazione ideologica, ieri sera in diretta un giurato si è rifiutato di dare il voto all’esibizione ridicola del povero Todaro (costretto in una parte che non vuole, si vede) con un tizio sconosciuto ai più. Selvaggia Lucarelli stavolta non ha insultato il collega giurato come ha fatto con me, tiene famiglia e partita Iva, conosce i riti di Raiuno e sa che non è Twitter e se ne è stata buona buona.
Se c'è da sperare che il maestro Todaro possa sporgere querela per le infamanti parole che Mario Adinolfi cerca di infilargli a forza nella gola, sin troppo evidente è come il feroce integralista Adinolfi cerchi di assolvere l'omofobia con il suo spergiurare che ogni singolo etero abbia schifo dinnanzi a chi non è etro come lui.
Non solo. Mera menzogna è anche il suo giurare che Selvaggia Lucarelli non avrebbe espresso la sua opinione. Gli sarebbe bastato andare sul suo profilo per poter leggere:
Ma si sa, Adinolfi vive da anni facendo piagnistei e fingendosi vittima, quindi perché mai non dovrebbe poter dire che lui si sente offeso se qualcuno replica alle offese che elargisce contro il prossimo? Ed è sempre dispensando insulti come se non ci fosse un domani e mostrandoci il volto più violento della su aideologia del siprezzo, il fondamentalista aggiunge:
Uno dei due giurati della lobby gay (un filino, come dire, sovrarappresentata nel programma di punta di Raiuno) ha dato 10, facendo capire bene come funziona una lobby: se attaccano uno dei tuoi, lo difendi oltre ogni ragionevolezza. La “performance” era da 2 (generoso), il lobbista assegna il 10 per via dell’orientamento sessuale del protagonista. Teniamolo presente, funziona sempre così, la lobby Lgbt agisce sempre così, oltre ogni ragionevolezza.
Se Adinolfi avesse ascoltato le parole di Fabio Canino, forse saprebbe che è stato chiaro sul fatto che quel voto era superiore a quello che avrebbe assegnato, ma riteneva scorretto che alla coppia venisse sottratto il voto di un giudice a fronte di una classifica in cui si fa una somma matematica.
Vien da sé che l'orientamento sessuale non c'entrasse nulla, semmai pare aver eincidenza l'ossessione di Adinolfi contro quei gay che rappresentano il suo unico chiodo fisso. Dall'alba al tramonto se ne sta lì a rimuginare su come potrà alimentare un cieco odio contro di loro, evidentemente corrodendosi l'anima sino a vedere cose che non esistono.
Il proclamo prosegue in tutta la sua vergogna:
Il Popolo della Famiglia non teme gli insulti di lobbisti e fatturanti, sa già che persino il giurato coraggioso in questione (Ivan Zazzaroni) farà di tutto per evitare di essere confuso con noi, resta il fatto che noi apriamo strade al ragionamento delle persone, altri seguono anche nel mainstream della comunicazione, questo deve essere il lavoro che il Popolo della Famiglia deve svolgere quotidianamente per aprire gli occhi all’Italia o almeno a quegli italiani che non si vogliono più far prendere in giro dai media di regime e dalla loro propaganda ideologica, sia essa quella che ci impone i diktat dei terroristi o della lobby Lgbt. Non comandate voi e noi ci ribelliamo. Qualcuno, poi, ci seguirà. Accade sempre.
Il paragone tra il terrorismo e chi si batte per la pari dignità sancita dalla Costituzione pare un finale sufficiente a (s)qualificare l'autore del proclamo. E chissà, dato che Adinolfi ama sostenere di essere "cristiano", non è che qualcuno potrebbe ricordargli che cosa diceva Gesù di chi semina zizzania?