Sesto San Giovanni. In migliaia manifestano contro il sindaco promosso da Massimo Gandolfini
Massimo Gandolfini indica nel sindaco di Sesto San Giovani uno dei suoi uomini, candidato con Lega-Forza Italia e tutt'oggi lodato dall'integralismo organizzato di matrice neocatecumanale per il suo operato.
Il sindaco ha imposto simboli cattolici nelle scuole, è uscito dalla rete pubblica contro le discriminazioni ed ha patrocinato un comizio propagandistico di Gianfranco Amato. Ha anche chiuso le sedi locali dell'Anpi, ha chiuso il centro dove gli anziani andavano a ballare la domenica (perché legato all'Anpi) e ha alzato tutte le rette di asili e centri estivi per favorire i soggetti privati e renderli economicamente inaccessibili ai figli degli stranieri. Ha disertato tutte le manifestazioni antifasciste e, per la prima volta nella storia di Sesto, ha negato l'invio del gonfalone alla manifestazione al monumento al deportato al Parco Nord.
Forse in ode e onore della concezione di "famiglia" promossa dall'integralismo, durante le elezioni andava pure in giro di seggio in seggio a distribuire i volantini di sua moglie in un atto che sarebbe vietato a chi ricopre un ruolo pubblico di primo cittadino.
E nonostante il senatore leghista Simone Pillon (quello che ha avviato una nuova caccia alle streghe) va in giro a spergiurare che quella giunta ganfdolfiniana abbia dato «risultati eccezionali», sono migliaia i cittadini di Sesto san Giovanni che sabato scorso hanno sfidato la pioggia battente per manifestare contro il sindaco e il suo operato. La goccia che ha fatto traboccare il vaso e ha portato i genitori in piazza è stata la decisione della giunta di chiudere il nido XX Settembre.
Surreale è anche come la propaganda di Massimo Gandolfini si basi sul suo spergiurare che l'integralismo voglia "difendere" i bambini, anche se tra i cittadini di Sesto san Giovanni gli slogan erano tutti volti a chiedere la difesa dei loro figli dalle politiche anti-famiglia promosse dall'uomo che Pillon vende come «un successo».
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