Silvana De Mari torna a promuovere il razzismo: «I maschi africani e islamici sono una minaccia»
«La nuova violenza per le donne italiane è l’introduzione sul territorio di centinaia di migliaia di maschi africani e islamici soli, che stanno rendendo più insicuri i nostri passi, e chi nega questa realtà sta mentendo». È quanto scrive Silvana De Mari sulle pagine del suo blog in un ritorno alla sua iniziale battaglia per la promozione dell'odio etnico.
Nel suo messaggio alle donne in occasione dell'8 marzo, giura che anche la libertà di scelta delle donne sarebbe «una violenza», dato che lei vorrebbe fosse imposto loro il suo volere. Ed immancabile è anche il suo spergiurare che le donne dovrebbero smetterla di chiedere pari diritti, accettando di sottomettendosi al maschio in ode e onore alla misoginia promossa da Adinolfi. Il tutto arrivando a pontificare:
L’ 8 marzo è una ricorrenza terribile, che tratta le donne come un gruppo etnico, rinchiuse i un ringhioso vittimismo, isolate dai loro uomini. E, isolate dai loro uomini, le espone a nuove violenze, che non erano mai esistite.
Quelle "violenze" sarebbero per l'appunto appunto la mancata xenofobia, il diritto di scelta delle donne e gli immancabili figli di quelle coppie gay cha paiono ossessionarla. Già, perché nonostante la signora De Mari paia aver deciso di tornare a vomitare il suo odio contro chi ha una religione diversa da quella che lei sostiene di professare, l'odio omofobico resta uno dei suoi chiudo fissi.
È sempre sulle pagine del suo blog che ad esempio troviamo il suo vile tentativo di sostenere che i gay sarebbero un pericolo per la salute pubblica. Confezionando a casaccio dei documenti rivolti a professionisti che lei dispensa ai gruppo omofobi senza alcuna contestualizzazione riguardo all'aspetto sociale o culturale, la signora De mari si mette ad elencare alcune malattie quasi volesse far credere credere si tratterebbero di patologie legate all'orientamento sessuale e non a fenomeni culturali o sociali. Sarebbe come sostenere che se una donna ha più probabilità di un uomo di avere malattie all'utero, allora è lecito sostenere che le donne siano più malate del maschio...
Se l'intento di promozione dell'omofobia di quel materiale pare abbastanza evidente, surreale è come la signora De Mari abbia il coraggio di promuovere un Mario Adinolfi che si vanta pubblicamente di non aver mai usato il preservativo o che possa collaborare con quella Maria Rachele Ruiu che canticchia tutta contenta delle canzoncine su nonno e non che «non usano il guanto» per per poi scrivere:
Usa, in aumento i gay che praticano sesso non protetto. Dilagano i party “bareback”
Il dato emerge da un rapporto dei “Centers for Disease Control and Prevention”. Dal 2005 sta aumentando la percentuale di omosessuali maschi che ha avuto rapporti senza preservativo – almeno una volta all’anno – è aumentata del 20%. Un terzo degli uomini intervistati ammette di non aver fatto il test per l’Hiv nell’ultimo anno. La questione Aids torna quindi prepotentemente a segnare la comunità gay americana.
Stando alla sua teoria, dunque, anche lei dovrebbe convenire sul fatto che la promozione del sesso bareback da parte di Adinolfi e del comitato di Gandolfini dovrebbero preoccupare i genitori, così come a rappresentare un rischio dovrebbe essere quel Savarese che va in giro a chiedere che alle scuole venga vietata la possibilità di educare i ragazzi al sesso protetto.
Interessante è anche osservare come lei parli di presunti "party bareback" quasi a voler sostenere la promiscuità dei gay, anche se nel link da lei proposti in quel paragrafo si parla di ben altro (nella fattispecia del rischio rappresentato da due siti statunitensi che promuovono incontro occasionali non protetti fra gli iscritti senza fornire informazioni veritiere sui rischi).
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