Tommaso Scandroglio difende il vescovo di Pavia: «Agli anti-gay non serve un contraddittorio perché detentori della verità. I gay sono sbagliati come la mafia»
L'unica cosa che pare più surreale delle contraddizioni de La Nuova Bussola Quotidiana è il fatto che i loro lettori non si sentano presi in giro da chi dice tutto e il contrario di tutto sulla base della convenience del momento.
Già, perché quella stessa gente che parlava di «streghe» o di «possessioni demoniache» e che dinnanzi ad una semplice lezione sulle fiabe dal mondo sbraitava che i genitori avrebbero dovuto dare un consenso scritto è la stessa gente che ora sostiene che un vescovo debba poter andare nelle scuole all'insaputa dei genitori per dire ai loro figli che lui li reputa sbagliati.
A firmare quell'ennesima pagina di puro odio è il solito Tommaso Scandroglio, il sedicente "cristiano" che giura sulla Madonna di essere il detentore unico e ultimo della «verità» di Dio. Una presunzione che sarebbe concepibile solo ed unicamente in due casi: o è un uomo in profonda profonda malafede oppure è un uomo che si crede lui stesso un dio e che attribuisce ad una volontà divina ogni sua suo più perverso pregiudizio. E questo senza neppure voler osservare come si dicano così certi di conoscere il volere di Dio quando si tratta di elargire giudizi contro i gay anche se poi che raccontano che i progetti di Dio sarebbero imperscrutabili non appena non sanno come motivare la morte di un bambino leucemico: certezze e dubbi vengono alternati a seconda della convenienza politica, quasi dessero per scontato che i loro lettori saranno sufficientemente distratti dalle immagini sacre con cui cospargono le loro pagine per accettare passivamente quei controsensi.
Nel caso specifico, Scandroglio tenta un triplo salto mortale nel tentare di giustificare ed esaltare quel vescovo che va nelle scuole pubbliche ad insultare e denigrare gli studenti gay. Lo fa partendo da un titolo pretestuoso come: "Guai al vescovo che dice la verità sull'omosessualità".
E cosa sarebbe questa "verità" di cui si riempie la bocca? Stando a ciò che scrive, la sua fantomatica "verità" non sarebbe altro che il suo pensiero che deve essere ritenuto dogma di fede. Poi c'è la verità di documenti scientifici che dimostrano nero su bianco come le parole del vescovo potrebbero anche essere causa di morte per i ragazzi che hanno subito quelle offese, ma non sembra proprio che Scandroglio pensi che la vita altrui valga più del suoi biechi pregiudizi.
Segue un sottotitolo che mira a seminare zizzania attraverso la denigrazione di chi osa protestare per un fatto così grave:
Invitato in una scuola, il vescovo di Pavia, monsignor Corrado Sanguineti, ha risposto anche a domande sull'omosessualità riproponendo l'antropologia cristiana. E puntuali sono arrivati i fulmini dell'Arcigay con il solito sistema: intimidire per far tacere.
Lui la fa semplice, anche se è opinabile sostenere che sia lecito proporre concetti confessionali che negano la scienza e ledono la dignità degli studenti. E veramente buffo è come dica che l'Arcigay starebbe intimidendo qualcuno solo perché doverosamente protesta, forse dimenticandosi di come il suo giornaletto abbia cercato di intimidire qualunque scuola invitasse una scrittrice a loro sgraditi contro cui è seguita anche un'aggressione mediatica coordinata dalle associazioni integraliste a loro vicine.
Da copione, Scandroglio inizia a raccontare che lui non riesce proprio a capire che cosa ci sia di sbagliato nell'andare dinnanzi a dei minorenni a dirgli che sono sbagliati e che dovrebbero fingersi etero al fine di far contenti chi li odia. E dopo una ricostruzione sommaria dei fatti in cui pare che Scandroglio non ci veda nulla di male in chi definisce l'omosessualità come «una condizione» e come «una scelta» che dovrebbe incitare i gay a «darsi un altro orientamento», arriva pure a sostenere che il vescovo accetterebbe le unioni civili e che quindi sarebbe troppo gay-friendly:
Il vescovo però nell’incontro ha anche affermato che è bene che lo Stato riconosca le unioni civili. Scrivendo dopo qualche giorno al quotidiano La Provincia Pavese, Sanguineti così si è espresso: «È giusto che lo Stato garantisca i diritti delle persone che vivono un’unione omosessuale anche con leggi specifiche», precisando però che non è corretto equiparare queste con il matrimonio. Viene da chiedersi quale coerenza argomentativa ci possa essere nell’invitare l’amico omosessuale a rompere una convivenza omosessuale e poi nel benedire la legittimazione giuridica prestata alle unioni civili. Se la relazione omosessuale non è moralmente accettabile, non lo può essere nemmeno sul versante giuridico. Insomma un intervento con luci ed ombre, in bilico tra la difesa dalla legge naturale e della dottrina cattolica e la tutela del pluralismo culturale.
Se anche qui bisognerebbe comprendere che cos intenda Scandroglio per «natura» dato che l'omosessualità è naturale tanto quanto l'eterosessualità, parte la sua scontata denigrazione contro chi osa difendere i diritti dei gay anziché denigrarli come lui vorrebbe:
Ovviamente l’Arcigay di Pavia ha gridato allo scandalo affermando che il vescovo ha incitato all’odio i ragazzi [...] Un paio di note a margine. Mons. Sanguineti non ha usato espressioni d’odio, né ha usato toni accesi e polemici. Per verificarlo basta ascoltare la registrazione audio del suo intervento (clicca qui).
Seconda nota: è proprio perché i ragazzi che lo hanno ascoltato possono vivere momenti di difficoltà che il discorso di Sanguineti è da apprezzare, almeno sul versante prettamente antropologico ed esperienziale. Ha detto semplicemente a loro che se vogliono essere felici la strada dell’omosessualità è quella sbagliata (anche se poi a La Provincia Pavese ha sottolineato che non tutte le persone omosessuali sono infelici). Nonostante lo svarione sulle unioni civili è bene apprezzare l’uscita di questo vescovo che comunque si contrappone al mainstream dominante anche in casa cattolica.
Si arriva così a sostenere che chi propaganda l'omofobia non necessiterebbe di contraddittori:
In merito poi alle parole della Bassani ci piace evidenziare il passaggio in cui accenna alla mancanza di contraddittorio. Anche in questo caso alcune precisazioni telegrafiche. In primo luogo i ragazzi nel 99% dei casi ascoltano solo una campana, quella che dice loro che l’omosessualità è una cosa buona e bella. È questo il messaggio che massicciamente viene veicolato dai social network, dai media, dalle canzoni, dai film, dai telefilm, dai videogiochi, dalla pubblicità e dalla scuola. Ce lo testimonia anche il Diversity Media Report, una recente indagine sulla rappresentazione delle persone omosessuali nei media. Ne viene fuori che oltre il 25% dei prodotti cinematografici, televisivi, radiofonici e pubblicitari italiani è gay friendly.
Se la matematica non è un'opinione, il 25% non è un 99%. E pare assurdo anche che si possa sostenere che le falsità idrologiche meriterebbero pari dignità della realtà scientifica. Sarebbe come sostenere che se esistono gli antifascisti, allora bisognerebbe dare pari dignità a chi inneggia ad Hitler. Se esistono gli antirazzisti, bisognerebbe conferire dignità sociale ai supremastisti bianchi... insomma, il voler sostenere che la realtà meriti lo stesso rispetto dell'odio significherebbe rinnegare la civiltà.
In un crescendo di isteria, il fondamentalista inizia a raccontare "argumentation" sempre più surreali volte a sostenere che essere contrari alla vita degli altri sia un diritto:
Sempre in merito alla mancanza di contraddittorio, corre l’obbligo di rammentare che, nella stragrande maggioranza dei casi, quando a scuola, e non solo a scuola, si parla a favore dell’omosessualità non c’è contraddittorio. In genere le associazioni LGBT spadroneggiano nelle classi di ogni ordine e grado ed è un miracolo se di queste attività pro-LGBT vengono informati i genitori. Figurarsi se c’è contraddittorio. Insomma si chiede il contraddittorio a corrente alternata e il principio di reciprocità viene estratto dal cilindro solo quando fa comodo.
Infine la verità si spiega da sé, non c’è bisogno di contraddittorio. Per aprire una porta basta infilare la chiave giusta, non serve necessariamente provare le altre chiavi del mazzo. Avete mai sentito una tavola rotonda sulla mafia in cui, per amore del contraddittorio, si chiama a parlare un mafioso non pentito? Ci basta ascoltare il giudice.
Ricapitolando, dunque, la verità unica e inviolabile sui gay sarebbe detenuta da un vescovo che dichiara di non avere una vita sessuale e da un eterosessuale che ambisce chiede un riconoscimento giuridico ai suoi coiti dalle pagine di un giornale che promuove le "terapie riparative" che risultano causa della morte di numerosi adolescenti gay. E dice anche che non serve ascoltare la testimonianza di un gay se a raccontare la loro presunta "verità" è un gruppo di eterosessuali che venderebbe la madre pur di sostenere di essere migliori degli altri per presunto diritto di nascita.
L'immediata conseguenza è che Scandroglio paia ritenere che Gesù fosse perfetto deficiente, dato che invitava a non giudicare mentre lui giura che il suo opinabile giudizio debba essere ritenuto legge di Dio.