Treviso. Il leghista Gentilini: «La mia lista è vietata ai gay perché i gay non sono puri di mente e di corpo»
L'ex sindaco di Treviso, Giancarlo Gentilini, si ricandiderà alle elezioni comunali insieme al governatore del Veneto Luca Zaia. L'88enne è noto per le sue posizioni omofobe, misogine e razziste che ama ostentare quasi fossero un vanto.
Ai microfoni di Radio 24, ha raccontato che è un amante delle donne e che lui «ne ho centinaia, perché dovunque io vada, mi baciano tutte quante».
Conto i migranti, ha aggiunto: «Vorrei cacciare i clandestini da Treviso, ma credo sia un compito molto arduo. Credo che anche a Salvini tremino i polsi a pensare a questo problema che dovrà affrontare. C’è una migrazione biblica, favorita anche, purtroppo, dalle gerarchie ecclesiastiche. La mia previsione è che l’Italia sarà islamizzata. La razza del Piave aveva 8-9-10 figli. Adesso le famiglie hanno difficoltà, non si sposano neppure più. Nasce un bambino ed è finita».
E sui gay aggiunge: «Ormai li sopporto purché non facciano esibizionismo. Se tornerò in consiglio comunale cercherò di impedire Gay Pride a Treviso. Mi fa un certo senso vedere due uomini che si baciano, due donne che si baciano. Adesso entra nella normalità». Riguardo alla possibilità che nella sua lista possano esserci gay, è categorico nel suo divieto: «No -risponde- chi fa parte della mia lista è come ai raggi X. Cioè, devono essere perfetti. Puri di mente e di corpo. Gay non ne parliamo nemmeno».
A chiarire la sua matrice ideologica è il suo sostenere che Mussolini sia stato un grande statista «che poi è stato travolto da Hitler e altri compagni. Ma le grandi conquiste, le pensioni, l’Agro Pontino, sono state portate avanti da Mussolini. Bisogna guardare la storia, separando il buono dal cattivo». Espulso dalla Lega, Gentilini spiega così il suo reintegro: «Salvini mi ha chiamato e mi ha detto: Giancarlo, mi raccomando, abbiamo bisogno di te».
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