La NuovaBQ contro il catechismo: «Gesù assomiglia Conchita Wurst e il prete è troppo fru fru»
È sulle pagine de La Nuova Bussola Quotidiana che il fondamentalista Andrea Zambrano giura di aver visto una copia gay in un catechismo per bambini e di aver intravisto Conchita Wurst al posto di Gesù. Sembra uno scherzo, ma è proprio quanto il fondamentalista sostiene nero su bianco:
Un nuovo Catechismo per ragazzi delle edizioni salesiane mostra in copertina una coppia di uomini con bambini. E il Gesù raffigurato è ad immagine di Conchita Wurst. Il web insorge e attacca il sussidio di essere omoeretico. Coincidenze innocenti o ossessioni? Sicuramente uno scivolone, che investe anche gli stessi autori, responsabili per il servizio di catecumenato della diocesi di Torino. La stessa del corso sulla fedeltà gay di don Carrega.
Per chi non lo sapesse, il termine "omoerotico" è stato coniato dall'integralismo cattolico al fine di negare l'esistenza dell'omosessualità, così come la diocesi di Torino è divenuta da tempo oggetto di costanti attenzioni particolari da parte dei fondamentalisti guidati da Riccardo Cascioli dopo aver osato proporre un ritiro spirituale rivolto a persone gay, ossia a persone che Cascioli non tollera possano esistere.
A quel punto Zambrano inizia a raccontare che lui vede il volto di Conchita Wurst al posto di quello di Gesù, così come lamenta che il prete sarebbe «fru fru» e non una esaltazione dell'italica virilità così come lui lo avrebbe voluto:
Cominciamo dalla prima di copertina. Gesù è raffigurato al centro ed è la “fotocopia” di Conchita Wurst. Sicuramente nessuno quando ha pensato di raffigurare in cotal modo il Signore Gesù pensava al noto alle cronache transessuale austriaco. Però se digitate su google il suo nome e lo confrontate con quello del Gesù nel catechismo non potrete non rimanere folgorati dalla straordinaria somiglianza.
Curiosa la scelta dei personaggi a fianco di Gesù: c’è la nonna con i due nipotini e dall’altra parte c’è una mamma con i suoi figli, una è di colore perché il politically correct ci sta sempre. E dietro a loro c’è un tizio allampanato che batte le mani come un fru fru e che dal colletto e i bottoni in verticale sul completo nero appare chiaramente come un prete. Un prete con la giacchetta di tendenza. Vabbè, sono i tempi, non è che ci si debba formalizzare troppo anche per le immagini a corredo dei catechismi: l’importante è che il contenuto dentro sia sano e rettamente conforme alla dottrina.
Per comprendere le teorie di Zambrano è necessario precisare come alla corte di Cascioli si sostenga che la dottrina si fonderebbe elusivamente sull'imposizione dell'eterosessualità ai ragazzi, motivo per cui Cascuoli è uno strenuo promotore di quelle fantomatiche "terapie riparative" dell'omosessualità che hanno condotto alla morte numerosi adolescenti. Ed ovviamente a lui non interessa di come Gesù invitasse all'amore o all'accoglienza dei forestoieri, dato che nel suo regno Gesù è un oggetto da poter sfruttare per promuovere l'ultradestra grazie ad una benedizione dell'omofobia, del razzismo e della misoginia.
Ed infatti l'unica cosa che pare interessare a Zambrano è che si indottrinino i bambini a ritenere che i gay siano sbagliati:
Poi però si gira il sussidio e si incontra la quarta di copertina. E qui, ci si rende conto che le critiche stilistiche di prima passano in secondo ordine. E si comprende come il web si sia rivoltato.
Ci sono due uomini che guardano verso l’orizzonte su un punto non identificato e sullo sfondo compare un piccolo villaggio con la chiesa. Due bambini sono avvinghiati al primo, un signore distinto, quasi dandy, con una giacca a righe che costringerebbe la Polstrada quanto meno ad un controllo. Dietro di lui invece c’è un altro uomo. Più casual, con gli occhialini alla John Lennon e il maglioncino rosa. Capelli ricci lunghi e barbetta da intellettuale.
“Sono una coppia omosessuale con dei bambini”, si sprecano i commenti. “No, impossibile, sarà il nonno”, qualcuno ribatte. “Ma quale nonno? Non ha i capelli bianchi, quelli sono due gay”. Potremmo stare qui a disquisire ore e ore, poi però, aguzzando la vista ci si accorge che il giovanotto col maglionicino rosa ha il braccio sinistro in direzione del fianco del signore davanti.
Usando l'omofobia e Gesù Cristo quali oggetti di propaganda utili per aggredire qualunque prelato osi promuovere l'amore predicato da Gesù anziché aderire al pensiero unico teorizzato dal fondamentalista Cascioli, l'articolo tira in ballo il termine "omoeresia" per indicare che qualunque forma di accettazione dei gay sarebbe da intendersi come un atto di eresia verso un Dio che Cascioli giura sia sicuramente omofobo e infastidito da chi si ama:
Una copertina omoeretica nel catechismo per i bambini? Sappiamo bene che ormai nella Chiesa si può questo e ben altro, quindi di che stupirsi? Tanto più che, si scopre, gli autori sono emanazione diretta della Diocesi di Torino. Il libro è scritto da Monica Cusino e da don Andrea Fontana. Il secondo è nientemeno che Responsabile del “Servizio diocesano per il catecumenato”, la prima è una sua collaboratrice tanto che figura nel sito della diocesi come membro dell’equipe, quindi una collaboratrice della Diocesi. La stessa diocesi balzata agli onori della cronaca per il caso di don Carrega e il corso di fedeltà per i cristiani Lgbt.
Omoeresia o no, sicuramente uno scivolone. Sul quale il sentiment popolare si è scagliato con sincerità e un pizzico di stizza. Può darsi che questi bacchettoni siano semplicemente ossessionati e vedano omosessuali dappertutto. Ma se la diocesi dà il via libera a editori cattolici a immagini così esplicite non si può certo dare loro la colpa di cotanta malizia. Anche perché non siamo di fronte ad un’immagine subliminale. Un maglioncino rosa è pur sempre un chiaro indizio…
Peccato che se Zambrano si fosse preso la briga di leggere il libro al posto di guardare la figura, saprebbe anche che i due uomini con bambini raffigurati in copertina sono un papà e un catechista. ma evidentemente lui ha preferito ricamarci la storia che più faceva comodo alla sua propaganda di promozione dell'odio contro i gay. Ma, soprattutto, ora chi glielo dice ad Adinolfi che «un maglioncino rosa è pur sempre un chiaro indizio»?
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