L'adinolfiniano Filippo Fiani: «I Pride sono illegali. Se la la legge vieta il matrimonio ai gay, loro devono stare muti»
I pride sarebbero illegali. A sostenerlo è Filippo Fiani, uno degli uomini di Mario Adinolfi nonché membro della Manif pour tous.
Vicino alle destre anti-gay, definì «due zoccole» le studentesse statunitensi stuprate a Firenze, si dilettò ad immaginarsi come avrebbe potuto uccidere la Cirinnà e la Boldrini, chiese che nelle scuole si insegnasse ai bambini come fare sesso bareback e sostenne che i fratelli abbiano il dovere di «frantumare la testa a randellate» ai gay non appena inizino a manifestare quelle che lui definisce come «le prime devianze».
Dalla sua pagina Facebook, l'integralista mescola il suo odio contro i gay al disprezzo che ostenta contro chiunque non pensi che i suoi coiti debbano garantirgli privilegi sociali, economici e giuridici nello scrivere:
E' inutile che si lamentino dei patrocini negati.
I Pride sono illegali, secondo lo stesso Cirinnà-Pensiero che vuole zittire chi si lamenta (neanche poi tanto) dell'impianto legislativo italiano.
Nel manifesto del Pride toscano, nella sola prima pagina di intenti si rilevano decine di contrapposizioni alle attuali leggi.
Concetti non esprimibili secondo la nuova linea di pensiero dettata dalla paladina dei loro "diritti".
Cosa volete? Il patrocinio per contestare il matrimonio? La Famiglia? L'adozione? Per promuovere la poligamia? Per rendere legale l'autoinseminazione e l'utero in affitto?
Ma non lo sapete che esistono già leggi che regolamentano (vietandole) molte di queste cose? E allora muti, come il manifesto di ProVita.
Appurato come i miliziani di Adinolfi chiedano la criminalizzazione di qualunque opinioni contrasti con il pensiero unico del loro leader, è ormai tangibile la violenza verbale della loro propaganda. Ed è curioso come continui a defecare odio contro una senatrice di minoranza che lui accusa di esprimere il suo pensiero al posto di inginocchiarsi dinnanzi al volere dei rappresentanti non eletti di un partito miserabilmente respinto alle urne dal 99,4% degli italiani.
Se è opinabile come a voler pontificare regole contro l'adozione sua un padre adottivo che pretende di poter decidere quale sessualità ed identità debbano avere quei figli, inaccettabile è come l'uomo sembri ignorare come le rivendicazioni o le idee non possano mai essere illegali (diverso è un manifesto che insulta e condanna le donne in un evidente tentativo di ottenere visibilità mediatica mediante una prevedibile indignazione). Eppure nel mondo integralista di Adinolfi pare che le parole perdano sistematicamente il loro significato, abusate da chi tenta di ottenere consensi attraverso l'alterazione del pensiero altrui. La verità è che, sino a prova contraria, chi si batte per non riconoscere le famiglie altrui è proprio lui e il suo gruppettino di fondamentalisti. E pare esserci davvero tanta malafede in chi vede scritto che si chiede il matrimonio egualitario e va in giro ad accusare i gay di voler abolire il matrimonio.
Quanta prepotenza c'è in un fondamentalista che si permette di dire che gli altri devono starsene zitti mentre lui minaccia le loro famiglie, i loro affetti e le loro stesse vite? Ma forse ogni domanda pare superflua dinnanzi ad un fondamentalista che alterna simili proclami alla pubblicazione di abominevoli vignette in cui pare divertirsi a scherzare sulla morte dei bambini abortiti.